L’app Immuni è realtà: dallo scorso lunedì l’applicazione creata per tracciare i contagi da Coronavirus è scaricabile sul proprio smartphone, e naturalmente i pareri all’interno della politica sono divisi. Lo avevamo già visto quando lo strumento era in divenire, adesso che è disponibile il Corriere della Sera ha fatto un riassunto di quelle che sono le posizioni all’interno dei vari gruppi. I pareri, come si vedrà, sono piuttosto contrastanti: si parte dall’ala di Lega e Fratelli d’Italia che si è schierata decisamente contro l’app Immuni. Luca Zaia, governatore di Regione Veneto, ha parlato di un’applicazione che per come è stata creata non solo non funziona, ma addirittura crea problemi tanto da generare “una babele ingestibile dove il cittadino decide cosa fare e cosa non fare”. Più moderato il collega della Lombardia Attilio Fontana, che non è troppo favorevole ma intanto ha installato l’app regionale.



APP IMMUNI, POLITICI POCO CONVINTI

All’interno delle forze governative ci sono i favorevoli, come il sottosegretario Ivan Scalfarotto che ha detto di aver installato Immuni, e i contrari: Davide Faraoni, anche lui un renziano, ha invece già ammesso di non voler scaricare l’app a causa dell’evidente problema della privacy rispetto a tutti coloro che la stanno utilizzando. “La garanzia sulla privacy si basa sulla volontarietà di scaricarla sullo smartphone, e su questo ho vinto la battaglia”. Contrario ad app Immuni anche il presidente del Partito Socialista Riccardo Nencini, che ha chiesto al Governo di fornire risposte chiare su come verranno trattati i dati raccolti. “Se mi soddisferanno potrei anche cambiare idea” ha detto, lasciando di fatto uno spiraglio aperto alla nuova dotazione.



Il Corriere riferisce anche di chi, volendo rimanere anonimo, ha posto l’accento sul timore che l’app Immuni diventi troppo invasiva; questo da uno schieramento all’altro, è stato esplicito Matteo Salvini nel dire che non intende scaricare l’applicazione finchè “non sarò sicuro che i dati degli italiani, la loro vita privata, non vadano in mano a qualcuno che magari ha soci cinesi”, ribadendo come la Cina non sia una democrazia. Ancora più a fondo è andato Massimiliano Capitanio, che ha tirato in ballo gli hacker ed esponendo la paura che centinaia di migliaia di telefonini cadano in mano loro. Ha invece evocato il Grande Fratello Riccardo Molinari, il capogruppo della Lega alla Camera: “Questo Governo con l’emergenza Covid ha avuto rigurgiti autoritari”, e quindi si guarda bene dall’installare l’applicazione. Insomma: app Immuni esiste ufficialmente da soli tre giorni, ma sta già facendo parlare di sé e non in toni esattamente entusiasti.

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