Appalti Ministero Istruzione, dopo la condanna all’ex dirigente Giovanna Boda, emergono i particolari dell’inchiesta del Gip che ha portato alla luce un comportamento considerato di estrema gravità. Non solo per le dinamiche e per gli importi che sono stati accertati, ma soprattutto perchè le operazioni di lucro e corruzione avvenivano anche nell’ambito dei progetti per la legalità. I fondi, che erano stati stanziati per l’educazione e la legalità infatti sarebbero stati assegnati sulla base di un processo corruttivo, che, come sottolinea il Gip nelle motivazioni: “Hanno danneggiato la credibilità e leso l’affidabilità delle istituzioni coinvolte“.
La sentenza, come sottolinea Il Messaggero, dopo l’ultima udienza preliminare del tribunale di Roma, ha stabilito che Giovanna Boda dovrà scontare 2 anni e 2 mesi di reclusione. Questo anche tenendo conto di un forte sconto che garantirà all’ex dirigente Miur di poter ottenere una riduzione della pena per aver scelto di collaborare ed accettato il rito abbreviato. L’altro coinvolto nell’inchiesta, l’imprenditore Federico Bianchi sarà invece processato con rito ordinario.
Tangenti appalti Miur, sentenza Gip: “Giovanna Boda era lucida e consapevole”
Lo scandalo tangenti e corruzione che ha visto protagonisti la ex dirigente Miur GIovanna Boda ed in particolare l’imprenditore Federico Bianchi, prevedeva uno scambio di favori tra esponenti istituzionali, enti pubblici e privati. Un vero e proprio “patto corruttivo” come lo hanno definito i giudici, che si basava su regali e concessione gratuita di beni in cambio di anticipazioni di appalti nell’ambito della concessione di finanziamenti alle scuole per contrastare la povertà educativa. Complessivamente, secondo quanto scoperto nelle indagini sarebbero stati erogati 17.457.976 euro a enti riconducibili a Bianchi solo dal Dicastero dell’istruzione, ai quali vanno aggiunti altri 186mila euro erogati invece dalla presidenza del consiglio dei ministri per le pari opportunità.
Per queste operazioni Giovanna Boda poteva godere di numerosi favori, come ad esempio: materassi, forniture di biscotti, servizi domestici, autisti personali, lezioni di sci, soggiorni in hotel a 4 stelle e persino un frigorifero per l’ufficio. Dopo la richiesta iniziale della difesa per la concessione dell’infermità psichica, ora i giudici nella sentenza rigettano questa ipotesi. Per gli inquirenti infatti, Giovanna Boda ha sempre agito consapevolmente e facendo scelte in maniera lucida, come ha sottolineato il Gip nella sentenza: “Agendo con stratagemmi particolarmente complessi ed articolati“.