Dopo un primo annuncio fatto quasi sotto voce lo scorso gennaio da Tim Cook, che per la prima volta aveva parlato di una ipotetica IA che presto avrebbe reso più intelligenti i sistemi Apple e dopo le voci circolate su un presunto accordo per implementare il modello di Google (noto come ‘Gemini’) negli iPhone, alla fine Cupertino sembra aver deciso di lavorare solo con le sue forze su un progetto per ora (quasi del tutto) ignoto e che si chiamerà ReALM. Ne parla, infatti, un paper firmato dai ricercatori Apple e trapelato in rete nelle ultime ore nel quale si parla di risultati “sorprendenti”, al pari (ed addirittura migliori) di quelli dei modelli IA già diffusi.



Facendo un piccolo passo indietro, però, è importante sottolineare che per ora non ci sarebbe nulla di ufficiale, mentre alcuni tra i più informati insider della Mela (come rivela Bloomberg) sono certi che la nuova IA sarà inserita dentro ad iOS 18: l’idea che circola è che Apple si riserverà di annunciare ufficialmente il lancio di ReALM non prima della prossima Worldwide Developers Conference, attesa per il mese di giugno.



Cos’è ReALM e perché la nuova IA di Apple potrebbe essere rivoluzionaria

Tornando al paper, però, sono parecchie le informazioni che trapelano e descrivono (anche se in modo piuttosto sommario) come e perché l’azienda fondata da Jobs ha deciso di puntare sul redditizio mercato dell’IA: da anni, infatti, gli Apple-fan lamentano l’imprecisione di Siri, incapace di aiutarli quando le si fanno delle domande imprecise. Un limite, questo, che interessa tutti modelli, dal più piccolo fino alla blasonata ChatGPT, che non riescono a comprendere i riferimenti logici del linguaggio umano (espressi, per esempio, dai pronomi come ‘questo’ o ‘quello’).



ReALM dovrebbe limare proprio quel limite, fornendo supporto all’IA che già governa Siri (e che, peraltro, è stata tra le prime distribuite al grande pubblico) trasformando tutto ciò che accade sullo schermo dei dispositivi Apple in un testo. In altre parole, il nuovo modello fornirà un contesto alle domande poste all’assistente della Mela che diventerà più rapido, efficiente e (soprattutto) intelligente: non a caso i test di cui parla il paper dimostrerebbero “prestazioni paragonabili a quelle di Chat GPT-4” ma con un minore dispendio di risorse, che si traduce in risposte più veloci.