Apple punta ai satelliti per le comunicazioni d’emergenza

Apple con il suo nuovo iPhone 14 ha integrato una funzione che permette di veicolari le comunicazioni di emergenza con i satelliti in orbita. Attualmente limitata a 6 paesi (America, Canada, Inghilterra, Francia, Germania e Irlanda), la nuova funzione “SOS via satellite” permette, di fatto, di inviare comunicazioni di emergenza anche in zone in cui manca completamente la ricezione telefonica, e quindi eludendo sia i ripetitori terrestri, che le connessioni wi-fi.



Apple è stata la prima azienda a permettere un collegamento con i satelliti, ma dopo il suo annuncio dell’inserimento della nuova funzione, ovviamente numerosi altri attori si sarebbero mossi per proporre la loro versione di comunicazione satellitare. Il punto principale, infatti, è permettere anche ai sistemi Android di connettersi ai satelliti, in un primo momento come Apple limitatamente alle comunicazioni di emergenza, per poi arrivare anche alla connessione costante. Quest’ultimo obiettivo rappresenterebbe un notevole passo avanti per la comunicazione via smartphone, permettendo, per esempio, di consultare una mappa in situazione estreme (in mezzo al mare, ma anche ad un fitto bosco, oppure in cima ad una montagna).



Rischi e potenzialità dei satelliti per le connessioni

Insomma, l’intento di Apple con i satelliti, in questa prima fase, muove soprattutto nella direzione di permettere di chiamare i soccorsi anche quando non c’è nessun tipo di campo, in una situazione emergenziale. Alcune case produttrici di cellulari che utilizzano il sistema Android, inoltre, hanno detto che molto presto una funzione simile sarà implementata anche nei loro smartphone di fascia alta. Sembra, dunque, che prestissimo la comunicazione tramite satellite sarà allargata ad ogni tipo di utilizzo mobile, abbandonando le fallibili reti a ripetitore (che attualmente coprono appena il 15% del pianeta).



E, se da un lato, l’utilizzo dei satelliti proposto da Apple e da sempre più aziende Android, muove nella direzione di permettere connessioni più stabili e fallibili, anche in tutti quei numerosissimi posti in cui manca la rete, dall’altro potrebbe rappresentare, secondo alcuni, un notevole rischio per la cybersicurezza. Lo evidenzia, per esempio, il sito Satellite Today, sul quale di parla sia di un rischio umano, che di uno di sistema. Il primo rappresenta il sempre importante rischio di hacking, che potrebbe deviare le comunicazioni, oppure raccogliere tutti i segnali che passano da un singolo satellite. Il secondo, invece, è l’omissione di un passaggio fondamentale per la sicurezza (come gli aggiornamenti ai software dei satelliti). Inoltre, essendo i satelliti (utilizzati da Apple, ma anche da altre aziende) prodotti in larga parte “all’esterno degli Stati Uniti”, riporta il sito, “le vulnerabilità potrebbero essere integrate” nella produzione degli stessi.