Come prevenire il Covid? La risposta potrebbe non risiedere nella continua e assillante sanificazione delle superfici, bensì nella necessità di aprire di frequente le finestre di casa e dell’ufficio per garantire il ricambio d’aria, oltre a investire in sistemi di ventilazione e nell’installazione di purificatori. Lo scrive la rivista “Nature”, che compara le conoscenze ottenute sino a oggi circa le modalità di trasmissione del Coronavirus e le linee guida diramate dalle autorità sanitarie, con queste ultime che spesso e volentieri hanno sottolineato l’importanza di sanificare le superfici.
“L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sempre evidenziato l’importanza di pulire e disinfettare le superfici nei contesti sociali – ha dichiarato Emanuel Goldman, microbiologo della Rutgers New Jersey Medical School di Newark –, ma è difficile che il virus SARS-CoV-2 si trasmetta attraverso superfici contaminate“. Aggiungendo successivamente: “È più facile pulire le superfici che migliorare la ventilazione; Governi, aziende e persone continuano a investire enormi quantità di tempo e denaro in sforzi di pulizia profonda, ma un buon purificatore potrebbe essere più efficace”.
“APRIRE LE FINESTRE E SANIFICARE MENO”: LO STUDIO AMERICANO
Aprire le finestre e sanificare di meno le superfici potrebbe essere dunque il modo esatto per prevenire il contagio? “È diventato via via sempre più lampante – afferma sulle colonne di ‘Nature’ Linsey Marr, ingegnere presso il Virginia Tech di Blacksburg – che la modalità di trasmissione dell’infezione dominante riguarda l’inalazione di aerosol. Un’eccessiva attenzione nel rendere le superfici incontaminate richiede tempo e risorse che sarebbe meglio dedicare alla ventilazione e alla decontaminazione dell’aria”. Vi è poi un dato estremamente interessante: dai dati raccolti, si sa con certezza che il virus rimane su superfici dure come plastica e acciaio inossidabile per sei giorni, mentre la sua vita media sulle banconote è di tre giorni. Addirittura, sulle mascherine chirurgiche l’agente patogeno è stato rilevato dopo una settimana. Tuttavia, spiega Marr, “questi esperimenti dimostrano che il virus può effettivamente sopravvivere a contatto con le superfici, ma ciò non implica necessariamente che le persone contraggano l’infezione mediante il contatto con le maniglie delle porte o le superfici più esposte. Questi lavori, inoltre, difficilmente vengono condotti in condizioni reali, per cui potrebbero essere falsati dall’iniziale quantità ingente di virus, difficilmente paragonabile a ciò che accade al di fuori di un laboratorio”.