L’Arabia Saudita sta utilizzando il suo enorme potere finanziario per avanzare nel mondo geopolitico. L’ultima mossa quella di guardare ai Brics e puntare al Sud del Mondo per manovrare l’economia e soprattutto per aumentare la minaccia all’occidente. E la dimostrazione è arrivata ultimamente con l‘assegnazione dell’Expo, con il voto e l’appoggio dei delegati, che non hanno tenuto conto di vari fattori che potevano determinarne una esclusione. Nonostante le ripetute violazioni dei diritti umani, l’oscurantismo e le condanne ai dissidenti, sembra infatti che l’assegnazione abbia tenuto conto di ben altri requisiti.
Un po’ come è avvenuto per i mondiali di calcio in Qatar. Il quotidiano Il Giornale ha pubblicato un approfondimento in merito, sottolineando, su questa questione in particolare, come abbia svolto un ruolo fondamentale la figura del principe ereditario Mohammed Bin Salman, che soprattutto in questo momento rappresenterebbe uno dei principali baluardi contro le minacce dell’Iran e un personaggio fondamentale nelle decisioni che potrebbero riscrivere il futuro del Medio Oriente.
Arabia Saudita, “Accordi con Cina, Russia e Brics per minacciare economia occidentale”
L’analisi di Gian Micalessin su Il Giornale, evidenzia il crescente potere geopolitico acquisito dall’Arabia Saudita, grazie soprattutto alle risorse finanziarie. Ma anche alla capacità di restare in una posizione ambigua e giocare sui tavoli internazionali contemporaneamente con l’Occidente da una parte e con la Russia e la Cina dall’altra. Come già accade con la Turchia. L’obiettivo di Bin Salman potrebbe proprio essere quello di acquisire sempre più importanza decisionale, stravolgendo alcuni scenari a proprio favore, come accaduto in passato, ad esempio nell‘incontro con Joe Biden, che ha dovuto evitare l’innalzamento dei prezzi del petrolio dopo l’accordo Arabia Russia.
Da questi solidi rapporti, che proseguono grazie alle garanzie economiche che Bin Salman offre, ne è derivata anche l’assegnazione dell’Expo. Un progetto che è stato votato, chiudendo gli occhi sulle violazioni internazionali che vengono commesse nel paese. Soprattutto sui diritti umani dei dissidenti, ma anche sul noto sostegno che da sempre viene offerto al terrorismo e alla Jihad Islamica.