In Arabia Saudita un uomo di 54 anni è stato condannato a morte semplicemente per un post sui social. La sentenza del tribunale penale speciale, come si legge sul sito di Amnesty International, è stata emessa il 9 luglio scorso e riguarda un insegnante in pensione, tale Mohammad bin Nasser al-Ghamdi. Per via delle sue attività tutt’altro che sopra le righe, su Twitter e Youtube, Al-Ghamdi ha ricevuto la condanna e Amnesty chiede che la stessa venga annullata e che il prigioniero venga liberato. Stando a quanto fatto sapere dal fratello, Al-Ghamdi è stato arrestato più di due anni fa, l’11 giugno del 2022, presso la sua abitazione situata a La Mecca.
E’ stato quindi trasferito nella prigione di Dhahban, a Gedda, dove è stato tenuto in isolamento per quattro mesi senza poter incontrare alcun famigliare ne tanto meno il suo avvocato. In seguito è stato spostato presso la prigione situata nella capitale Riad dove ha ricevuto la visita della famiglia. Philip Luther, direttore delle ricerche di Amnesty International sul Medio Oriente e l’Africa del Nord, ha commentato: “Le autorità saudite stanno spendendo miliardi di dollari per riabilitare la loro immagine, ma non c’è somma in grado di nascondere quando sia diventato repressivo il loro paese. La condanna di Al-Ghamdi, che ha sì e no dieci follower, è un altro segnale dell’aumento del giro di vite contro ogni forma di dissenso”.
ARABIA SAUDITA, 54ENNE EX INSEGNANTE CONDANNATO A MORTE: NEL 2022 196 ESECUZIONI
Al-Ghamdi è stato giudicato colpevole ai sensi degli articoli 30, 34, 43 e 44 della legislazione antiterrorismo di “rottura del vincolo di fedeltà con i guardiani dello stato”, “sostegno a un’ideologia terrorista e a un’entità terrorista [la Fratellanza musulmana]”, “uso dei profili Twitter e YouTube per seguire e promuovere utenti che cercano di destabilizzare l’ordine pubblico” e “simpatia per persone in carcere per accuse di terrorismo”.
Tutta colpa di una serie di post in cui lo stesso 54enne aveva criticato il re e il principe, nonché la politica estera dell’Arabia Saudita, chiedendo la scarcerazione di alcuni esponenti religiosi. Infine, aveva protestato contro l’aumento dei prezzi, ma senza alcun atto di violenza. Solo nel 2022 in Arabia Saudita 15 persone sono state condannate con pene fino a 45 anni per la loro attività sui social, mentre le condanne a morte sono state 196.