Turismo cristiano in Arabia Saudita: cosa sta succedendo
Nel 2019 l’Arabia Saudita ha aperto i confini del Paese ai turisti, con l’idea di diversificare l’economia dipendente dal petrolio e presentare un nuovo volto al mondo. Credevano che prima sarebbero arrivati gli avventurieri e poi gli imprenditori miliardari con i loro yacht che avrebbero affollato i resort che il governo sta costruendo sulla costa del Mar Rosso. Nessuno, però, aveva messo in conto che sarebbero arrivati anche i cristiani. Eppure proprio i cristiani sono stati i primi a utilizzare i nuovi visti turistici sauditi. Da allora sono cresciuti costantemente di numero, secondo il New York Times attirati anche dall’idea che il sito del Monte Sinai, la vetta dove le Scritture ebraiche e cristiane descrivono Dio che rivela i Dieci Comandamenti, sia l’Arabia Saudita e non l’Egitto.
Per decenni, quasi tutti i turisti che entravano in Arabia Saudita erano pellegrini diretti alla Mecca, la culla dell’Islam. Altre religioni, infatti, erano proibite così come tradizioni ad esse legate, come gli alberi di Natale. Il dogmatismo religioso del Paese iniziò ad allentarsi all’inizio degli anni 2000, quando decine di migliaia di sauditi studiavano negli Stati Uniti. Nel 2015, dopo l’ascesa al trono del principe Mohammed bin Salman, sono cominciati una serie di cambiamenti sociali. La polizia religiosa è stata privata dei suoi poteri, allentando i codici di abbigliamento e revocando il divieto di guida per le donne. Allo stesso tempo però ha messo a tacere quasi ogni voce saudita che potesse sfidarlo.
Perché l’Arabia Saudita punta sul turismo
L’Arabia Saudita si è aperta a nuove religioni e culture ma non si può ancora parlare di piena libertà religiosa. Infatti gli atei e persino i musulmani che mettono in dubbio i principi dell’Islam possono andare incontro alla reclusione. I tabù religiosi, però, stanno cambiando rapidamente. I monaci buddisti hanno partecipato a un raduno interreligioso nel regno lo scorso anno e visitatori ebrei hanno recentemente piantato palme da datteri a Medina. L’espansione del turismo è una priorità poiché serve al Paese per diversificare la sua economia, anche a costo di “sacrificare” altro.
L’Arabia Saudita è un mercato nascente anche per gli operatori turistici: in molti ora offrono pacchetti orientati ai cristiani, come spiega il New York Times. Dagli Stati Uniti sono decine di migliaia i turisti che ogni anno acquistano costosissimi tour per andare alla scoperta delle tracce bibliche nei deserti. L’Arabia Saudita attraversa una nuova era fluida: eventi un tempo impensabili, come i tour dei turisti cristiani, sono diventati all’ordine del giorno.