ARABIA SAUDITA INVIA AIUTI UMANITARI IN UCRAINA: ECCO PERCHÈ

Il Governo dell’Arabia Saudita prende per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina una posizione netta in merito al conflitto: come annunciato dall’agenzia di stampa ufficiale saudita (la SPA), Riad ha annunciato l’invio di 400 milioni di dollari in aiuti umanitari verso il Governo ucraino. Il principe ereditario Mohammed Bin Salman ha poi sentito al telefono il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky per ribadire «la posizione del Regno di sostenere tutto ciò che contribuirà alla riduzione dell’escalation e la disponibilità del Regno a continuare gli sforzi di mediazione».



Come buona parte dei Paesi in Medio Oriente, coinvolti non da oggi nel difficile scacchiere internazionale tra Russa e Occidente, l’Arabia Saudita non si era ufficialmente schierata a favore di Kiev (ma neanche di Mosca, ndr) nonostante la forte alleanza con gli Stati Uniti. Il mese scorso addirittura Bin Salman si era reso disponibile ottenendo un ruolo inatteso nel facilitare lo scambio di prigionieri di guerra tra Ucraina e Russia. La guerra a Kiev ha però alimentato non poche tensioni tra Riad e Stati Uniti specie quando l’Arabia Saudita ha resistito alle pressioni della Casa Bianca per aumentare la produzione di petrolio, in modo da ovviare alla crisi energetica derivante dal conflitto in Ucraina.



IIRAN,, ISRAELE, ARABIA SAUDITA: MEDIO ORIENTE “ENTRA” NELLA GUERRA TRA UCRAINA E RUSSIA

Il regno dell’Arabia Saudita si era invece schierato con i gruppi di esportatori di petrolio (OPEC, a guida saudita tra l’altro) per un taglio drastico della produzione di due milioni di barili giornaliere di petrolio. «Il ministero degli Esteri saudita può tentare di sviare, ma i fatti sono semplici», aveva scritto il Consiglio di Sicurezza americano negli scorsi giorni, dimostrando tutto il nervosismo di Washington per la decisione araba di “tradire” l’alleanza americana andando ad affossare l’iniziativa del price cap sul petrolio russo (e favorendo il Cremlino). Dunque la mossa voluta ora dall’Arabia Saudita di inviare 400 milioni di dollari in aiuti umanitari all’Ucraina rappresenta un improvviso colpo di scena volto, con ogni probabilità, ad allentare l’irritazione americana.



Non solo, l’iniziativa di Bin Salman allarga ancora di più il “coinvolgimento” indiretto dei Paesi del Golfo nel conflitto in Ucraina dopo le importanti prese di posizione di Qatar e Emirati Arabi Uniti: prima il presidente emiratino Mohammed Bin Zayed, poi anche l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani avevano incontrato Vladimir Putin dimostrandosi attori “attivi” nella crisi ucraina. Come ben spiega il focus di “Formiche.net” sull’aiuto arabo all’Ucraina, il ruolo che Paesi come Emirati, Arabia, Qatar e – sebbene in misura più ingente – anche Israele e Iran «è quello di sfruttare spazi di contatto, tutelando i propri interessi e cercando di consolidare il proprio standing internazionale». Riad vuole esser quantomeno al pari di Doha e Abu Dhabi nel ruolo attivo sul fronte ucraino, ma senza dimenticare l’intento di voler alleggerire la tensione diplomatica con il grande alleato occidentale degli Stati Uniti. Lo scontro in atto tra Israele-Russia-Iran dopo la fornitura di droni iraniani a Mosca (e la controreplica di Tel Aviv di voler fare lo stesso con Kiev, ndr) potrebbe aver dato la “spinta” giusta per l’Arabia Saudita sul fronte intervento. Da ultimo, da registrare l’intervento del Commissario agli Affari Esteri dell’Unione Europea Josep Borrell: «pronti a sanzioni contro se l’Iran se invia droni alla Russia». Ecco, la “terza guerra mondiale” è servita.