L’Arabia Saudita ha invitato i suoi cittadini a lasciare rapidamente il Libano e a evitare di avvicinarsi alle zone in cui sono in corso conflitti armati. Lo ha annunciato l’ambasciata saudita in Libano in un comunicato pubblicato nella tarda serata di venerdì sul social X, ex Twitter. Il regno saudita non ha però specificato quali aree sta suggerendo ai suoi cittadini di evitare. L’ambasciata, comunque, ha evidenziato «l’importanza di aderire al divieto di viaggio saudita in Libano», è scritto nella nota. Il 1° agosto, anche il Regno Unito aveva aggiornato i suoi consigli di viaggio per il Libano, sconsigliando «tutti i viaggi tranne quelli essenziali» nelle aree del sud del Libano vicino al campo palestinese di Ain el-Hilweh.



Nel campo il 29 luglio sono scoppiati combattimenti tra la fazione principale Fatah e gli islamisti della linea dura che hanno fatto almeno 13 vittime, la maggior parte dei quali militanti, hanno dichiarato a Reuters fonti della sicurezza del campo. Ain el-Hilweh è il più grande dei 12 campi palestinesi in Libano, che ospita circa 80mila dei 250mila rifugiati palestinesi in tutto il Paese, stando all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati dalla Palestina (Unrwa).



TORNATA LA CALMA DOPO SCONTRI IN LIBANO

Per ora sembra essere tornata la calma nel campo profughi di Ain el-Hilweh, nel Libano meridionale, grazie all’entrata in vigore dell’accordo del cessate il fuoco. Stando a quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese Nna, i residenti hanno iniziato ad ispezionare i danni subiti alle proprie abitazioni. Ma è attesa l’attuazione della seconda fase dell’accordo tra le fazioni coinvolte negli scontri, volta a garantire il rientro in sicurezza all’interno del campo, cioè il ritiro delle forze armate e la ripresa delle attività dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa).



Il campo ha assistito nella notte tra il 2 e il 3 agosto ai peggiori scontri armati da quando il conflitto è scoppiato lo scorso sabato 29 maggio, sebbene il cessate il fuoco sia stato rispettato per tutta la giornata precedente. Gli scontri hanno contrapposto il gruppo Osbat al Ansar, formazione jihadista di matrice salafita (forma di islam integralista, che si richiama alle tradizioni delle origini) e il movimento palestinese Fatah, al potere in Cisgiordania.