L’Arabia Saudita, da cinque anni a questa parte, non è più la stessa. La popolazione adesso è estremamente giovane, con il 70% degli abitanti che hanno meno di 30 anni. In milioni sono stranieri. E il frutto, come riportato da Suddeutsche Zeitung, del progressivo stop all’isolamento che la caratterizzava in passato. Un processo avvenuto soprattutto attraverso gli investimenti nel turismo e lo sviluppo delle attività di commercio.
“Molte cose stanno cambiando nella giusta direzione. Ci sono molti piani e visioni future”, affermano gli esperti. Gli sviluppi in questione, in particolare, presto potrebbero trovare il loro culmine nel settore dell’aviazione. Fino a pochi anni fa il regno dei produttori di aerei era la Cina, mentre adesso tutte le speranze sono concentrate su Arabia Saudita e India. Per decenni, il regno ultraconservatore non era stato una destinazione di viaggio, fatta eccezione per i pellegrini musulmani. È per questo motivo che non si era puntato su questo campo. Adesso però è tutto diverso.
Arabia Saudita non è più la stessa: il progetto per il futuro dell’aviazione
I cambiamenti in Arabia Saudita che aprono agli sviluppi per il settore dell’aviazione sono da ricondurre al principe Mohammed bin Salman, che ha realizzato un progetto visionario per il 2030. Esso prevede che in sette anni le compagnie aeree locali trasporteranno 330 milioni di passeggeri, di cui solo tra il 10 e il 20% saranno passeggeri in coincidenza. Inoltre, da Riyad e dalle altre città del Paese si volerà verso 250 destinazioni internazionali. L’aeroporto della capitale verrà ampliato, passando da 30 milioni passeggeri all’anno a 120 milioni. Quello di Dubai, invece, attualmente ne ha 90 milioni. Secondo l’Autorità Generale dell’Aviazione Civile (Gaca), ciò porterebbe ad avere il quinto hub di trasporto più grande al mondo.
Lo Stato affinché ciò avvenga dovrebbe investire 30 miliardi di dollari, mentre gli investimenti dei privati ammonteranno a 60 miliardi. Si creeranno automaticamente 1 milione di posti di lavoro nel settore dell’aviazione e altri 2 milioni in quello del turismo. Il futuro è dunque ben distante dal passato ultraconservatore.