Un’analisi svolta da Federico Rampini e pubblicata sulle pagine digitali del Corriere della Sera, ha cercato di far luce su di un’evidenza che il mondo occidentale non sembra disposto ad accettare completamente: l’Impero Arabo sta rinascendo, e lo sta facendo grazie alla spinta dell’Arabia Saudita. A sostegno della sua tesi ci sarebbero diversi punti importanti, resi evidenti dalle velleità calcistiche ma passati, complessivamente, in sordina.



Nella visione dell’Occidente, infatti, il mondo è diviso in due macro blocchi, che includono dall’altra parte la Cina e la Russia, ma ignora completamente l’esistenza di un possibile Impero Arabo, che dal conto suo serba dei desideri e delle volontà, tanto sul pianeta, quanto rispetto agli altri attori. Inoltre, l’Occidente tende a considerare il leader dell’Arabia Saudita (così come quello della Turchia, altra potenza spesso ingiustamente ignorata) come dei despoti autocrati, che d’altro conto potrebbero essere parte del processo di transizione dell’Impero Arabo verso modelli sociali più moderni. Lo stesso, d’altronde, è successo in Italia, Germania e Spagna, che dopo i totalitarismi della Seconda Guerra Mondiale, hanno superato i vecchi modelli politici, a favore delle moderne democrazie.



L’opinione dell’Impero Arabo sull’Occidente

Così come, però, l’Occidente tende ad ignorare o sottovalutare l’importanza di un possibile Impero Arabo nel futuro tavolo delle potenze internazionali, lo stesso non vale al contrario. Innanzitutto, Rampini ci tiene a sottolineare la portata di quell’Impero, che potenzialmente potrebbe coinvolgere circa 3 miliardi di persone, con età media di 26 anni, che arriverebbe fino anche al “nostro” Mediterraneo. Come se non bastasse, l’Impero potrebbe contare anche su vaste disponibilità economiche, derivanti dalle importanti riserve locali di energie fossili.



Un’equazione che si complica ulteriormente considerando gli attuali rapporti privilegiati dell’eventuale Impero Arabo con la Russia (mai condannata da Riad per la guerra in Ucraina) e, di conseguenza, con la Cina, ma anche con la già citata Turchia. Ulteriore complicazione? La loro opinione nei confronti dell’Occidente, visto con lo stesso occhio critico con cui viene guardato da decenni. L’Arabia Saudita ritiene che nessuno dei paesi occidentali abbia mai riconosciuto nessuno degli sforzi fatti dal leader Mohammed bin Salman per migliorare le condizioni sociali dei suoi cittadini. Similmente, l’Impero Arabo recrimina anche il fanatismo ambientalista per cui le energie fossili andrebbero abbandonate per garantire un futuro sereno al pianeta, ignorando che alcuni fossili (come il petrolio) sono e saranno ancora fondamentali, per esempio per creare i fertilizzanti. E così, i canali dell’Impero rimangono aperti soprattutto con Cina, Russia e Turchia, estendendosi fino all’Egitto, con esiti che, in futuro, non potranno più essere ignorati dall’Occidente.