Tre esplosioni sono avvenute nelle scorse ore presso lo stabilimento di ArcelorMittal di sede a Taranto, la famosa acciaieria ex Ilva al centro di un lungo contenzioso nelle ultime settimane. A riferirlo sono stati i sindacati, precisamente i coordinatori di fabbrica Fiom e Uilm, Francesco Brigati e Gennaro Oliva, che in apposita nota fanno sapere: “le deflagrazioni si sono verificate nei pressi del pulpito stiring, laddove c’è transito di personale per le normali attività di affinazione. L’Acciaieria 2, a conferma di quanto sostenuto da Fiom e Uilm nei giorni scorsi e verificato nel corso del sopralluogo effettuato ieri, non può sostenere l’aumento produttivo a 3 convertitori e gli ultimi episodi lo testimoniano”. Secondo quanto previsto dalla multinazionale indiana, l’Acciaieria 1 dovrebbe fermarsi per circa due mesi, fino al 31 marzo 2020.



ARCELORMITTAL, 3 ESPLOSIONI A TARANTO: PROFONDI SQUARCI

Di conseguenza, Fiom e Uilm hanno chiesto ad ArcelorMittal di “tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente la scelta unilaterale di fermare l’Acciaieria 1 in quanto i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente”. Pochi giorni fa l’azienda franco-indiana aveva fatto sapere alle organizzazioni sindacali che la diminuzione della produzione, e di conseguenza lo spegnimento dei forni, erano dovuti a “uno scarso approvvigionamento di materie prime e all’attuale capacità produttiva legata alle commesse”. Le tre esplosioni sono avvenute la scorsa notte, presso l’impianto Idf a servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2. Fortunatamente non si sono verificati dei feriti, ma le tubazioni della condotta di aspirazione del recupero gas hanno subito dei profondi squarci.

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