FALLITO ANCHE L’ULTIMO RICORSO: I MACCHINARI VITALI PER ARCHIE SARANNO STACCATI
È fallito anche l’ultimo, estremo, tentativo per tenere in vita Archie Battersbee: i tre giudici della Corte Suprema che avevano ricevuto in extremis un ultimo ricorso dei genitori del ragazzino 12enne in coma da aprile, hanno sentenziato annullando anche questa richiesta di sospensione per il distacco dei macchinari. «Il cervello è morto», hanno poi spiegato dalla Corte confermando in pieno il giudizio già dato dai medici dell’ospedale londinese.
A questo punto solo un miracolo può far cambiare le sorti dell’esistenza terra di Archie Battersbee: «non vi è nessuna possibilità di guarigione» sostengono medici e giudici, mentre la famiglia contesta che sul ragazzino non sia stati valutati i segni di miglioramenti avvenuti nelle ultime settimane. I tre giudici questo pomeriggio hanno esaminato la richiesta per consentire alla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità di esaminare la loro denuncia, ma ora si sono pronunciati contro la richiesta: Lord Hodge Lord Kitchin e Stephens, erano gli stessi giudici che già la scorsa settimana aveva respinto l’appello dei genitori di Archie. Pur mostrando nel comunicato piena “empatia” per la drammatica vicenda familiare che ha colpito di Battersbee, la Corte inglese rileva come «purtroppo, la questione centrale tra i genitori di Archie da un lato e la fiducia del SSN, che è supportata dal tutore molto esperto di Archie, non è stata la guarigione di Archie ma i tempi e le modalità della sua morte. Non vi è alcuna prospettiva di una ripresa significativa». L’attesa è ora tutta per le condizioni di salute che avrà il 12enne nelle prossimi ore, quando con ogni probabilità la mancanza di supporti vitali potrebbero portarlo al decesso.
RICORSO IN EXTREMIS PER ARCHIE BATTERSBEE: COSA SUCCEDE
Quando mancavano ormai pochissimi minuti alla scadenza fissata dalla Corte d’Appello per staccare la spina dei macchinari che tengono in vita Archie Battersbee, i genitori attraverso il Christian Legal Center hanno presentato un ricorso in extremis che ha nuovamente bloccato l’applicazione della sentenza. Pochi istanti dopo che il suo supporto vitale doveva essere disattivato, informa il Daily Mail, la Corte Suprema del Regno Unito ha confermato l’arrivo di un nuovo ricorso «dell’ultimo minuto». La decisione della Corte è quella di affidare a tre giudici la domanda presentata per consentire alla Commissione per i diritti disabili all’Onu di annullare la sentenza londinese.
«La Corte Suprema è consapevole dell’urgenza della questione. Un collegio di tre giudici esaminerà la domanda di autorizzazione a ricorrere in appello ‘sulla carta’, nel modo consueto», fa sapere un portavoce della Corte davanti alle domande continue dei giornalisti assiepati per attendere la conclusione della vicenda Archie. Il pool legale che ha presentato il ricorso dei genitori Battersbee ha poi confermato che i vertici dell’ospedale «non prenderanno alcuna misura per sospendere le cure fino a quando la Corte Suprema non avrà raggiunto una decisione», sentiti direttamente i responsabili del nosocomio. «Se l’appello non dovesse avere successo, la famiglia vuole trasferirlo dall’ospedale e farlo curare in privato», ha poi aggiunto Christian Legal Center. La battaglia di mamma Hollie e papà Paul, ancora, non è finita. (agg. di Niccolò Magnani)
GLI ULTIMI ISTANTI PER POTER SALVARE ARCHIE
Alle ore 12, se non arriverà in extremis uno “stop” della Corte dei Diritti dell’uomo (CEDU) – e fino ad ora, questa mattina, nulla si è mosso – i medici dell’ospedale londinese staccheranno la spina delle macchine per il supporto vitale ad Archie Battersbee. L’agonia di una famiglia che fino all’ultimo spera nell’intervento della legge affinché possa essere concesso altro tempo al loro bambino: stamane, intervistata dalla tv londinese, la madre di Archie Hollie Dance ha lanciato un ultimo estremo appello.
«È difficile. È davvero difficile. Come ho già detto mi sta spezzando, ma è così frustrante sentire cosa viene messo in aula di tribunale a quello che sto realmente vedendo», sottolinea la mamma combattiva ma in lacrime per quanto sta per accadere, «Non c’è nessuno in quell’ospedale che ha passato tanto tempo con Archie di me… Ho le prove che Archie sta facendo progressi». Secondo gli avvocati della famiglia Battersbeee, l’appello dei genitori di Archie – «nostro figlio non deve morire» – è suffragato non solo dal più che comprensibile desiderio di avere in vita proprio figlio, ma anche dal diritto internazionale. «La scelta dei giudici della Corte d’Appello di Londra suona come una potenziale violazione del diritto internazionale»: per questo si attende il pronunciamento della Corte CEDU che però rischia al momento di non pervenire, o arrivare troppo tardi. (agg. di Niccolò Magnani)
Alle ore 12 oggi i medici staccheranno la spina di Archie Battersbee: a meno che…
Arriva anche l’ultima sentenza della Corte d’Appello britannica: la spina che tiene ancora in vita Archie Battersbee andrà staccata. La Corte ha fissato per oggi a mezzogiorno il termine ultimo per interrompere i supporti vitali al ragazzino 12enne che lo scorso aprile è finito in coma dopo aver tentato, probabilmente, di togliersi la vita per un gioco online finito male. La sentenza, ribadita anche in appello, impone ai medici del Royal London Hospital di staccare i macchinari che tengono ancora in vita il ragazzino statunitense.
I genitori di Archie – Hollie e Paul – si sono schierati fin da subito contro la decisione, cercando in ogni modo di impedire ai medici di staccare la spina al proprio piccolo, sperando che potesse riprendere a vivere. I due hanno inutilmente presentato ricorso, facendo appello in ultima istanza anche al comitato Onu per la difesa delle persone con disabilità, chiedendo che la vita di Archie venga preservata. La mamma ha anche scritto una lettera al Ministro della Sanità britannico, chiedendo di impedire al Royal London Hospital di spegnere i macchinari. La decisione, però, è arrivata: oggi, a mezzogiorno, i supporti vitali al ragazzino dovranno essere spenti.
Archie Battersbee: la battaglia della famiglia
Anche il ricorso alla Corte d’Appello britannica è stato inutile: la richiesta è stata giudicata ammissibile dai giudici. I genitori di Archie continuano la loro battaglia convinti che il bimbo possa risvegliarsi. Secondo i medici, però, è un’ipotesi impossibile. Per questo motivo anche i giudici dell’appello hanno decretato che la spina andrà spenta. L’unica e ultima speranza potrebbe essere la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, ma lo stop dovrebbe arrivare entro oggi a mezzogiorno: tempistiche molto brevi che difficilmente si potranno tramutare in qualcosa di effettivo.
“Ogni giorno in cui egli continua a ricevere trattamenti vitali” è un giorno di agonia in più, ha scritto il presidente della Corte d’Appello che ha esaminato il caso. Spegnere la spina, secondo il presidente, è “il suo miglior interesse”. I medici e i giudici sono stati accusati dalla famiglia di ignorare il dolore e di aver stabilito una sorta di “ordine di esecuzione” per il bambino. I giudici invece hanno spiegato che secondo la Legge, il prolungamento della vita di Archie è solo una forma di accanimento.