Anche quest’anno, torna la Giornata di Raccolta del Farmaco (GRF) di Banco Farmaceutico. Una giornata – che, in realtà, dura una settimana (dal 9 al 15 febbraio) – in cui vengono donate medicine per le persone che vivono in stato di indigenza. Non era scontato che la Raccolta si svolgesse. Si è molto discusso sull’opportunità di rinnovare l’appuntamento ma, alla fine si è deciso: quest’anno, la GRF si farà! E non nonostante la pandemia, ma a causa della pandemia



D’altra parte, i dati sulla povertà sanitaria, mostrano un netto incremento del bisogno di farmaci rispetto agli anni scorsi. Per cui, come avremmo potuto non sentirci chiamati in causa e non provare a sfidare la realtà?

Quando abbiamo iniziato a muovere i primi passi nel reclutamento delle farmacie, eravamo trepidanti ma, al tempo stesso, curiosi di sapere cosa sarebbe accaduto. E sono arrivate le prime sorprese.



Proponendo ai farmacisti la GRF, ci siamo accorti di quanto sentissero la responsabilità del momento storico che stiamo vivendo e, quindi di rischiare e implicarsi in un gesto dagli esiti imprevedibili. Questa posizione di apertura ha favorito l’adesione all’iniziativa, benché le incertezze sulla presenza dei volontari fossero tante (e, tradizionalmente, sono essenziali, perché in prima linea nel chiedere al cliente di acquistare un prodotto da banco per i bisognosi). Eppure, malgrado tutto, il numero di farmacie che parteciperanno alla GRF, quest’anno, è superiore all’anno scorso.



Abbiamo poi ricevuto un’altra grande sorpresa incontrando il Presidente di Federfarma Napoli il Dott. Riccardo Maria Iorio. Non lo conoscevamo ancora (il suo insediamento risale ad un periodo successivo alla GRF2020) ma, quando lo abbiamo incontrato la prima volta, è stato fin da subito evidente come la ragione del nostro agire sia la possibilità che il Bene si dilati. Il risultato è stata la piena disponibilità, da parte sua, a sostenerci nella realizzazione della GRF.

Sta, insomma, emergendo in maniera sempre più potente che se “la Bellezza salverà il mondo”, il Bene, che con il Bello è strettamente legato, è la strada perché nel mondo possa introdursi la Speranza.

A tal proposito lo scorso settembre, Papa Francesco, ricevendo in udienza noi volontari del Banco, diceva: “Vi ringrazio molto per il servizio che svolgete a favore dei più deboli […]. La Giornata di Raccolta del Farmaco è un esempio importante di come la generosità e la condivisione dei beni possono migliorare la nostra società e testimoniare quell’amore nella prossimità che ci viene richiesto dal Vangelo”.

Anche quest’anno, pertanto, la GRF si proporrà come occasione di educazione alla condivisione e alla gratuità.  Andiamo incontro all’altro perché entrambi partecipiamo del medesimo Destino: volontari, farmacisti, donatori o bisognosi, non siamo da parti opposte di una barricata, ma compagni di cammino, tesi a scoprire il senso delle circostanze che viviamo e, più in generale, della vita.  Uno slogan dei nostri “cugini” del Banco Alimentare di qualche anno fa recitava: “Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”. In 20 anni di attività del Banco Farmaceutico, è stato sempre più evidente che, sovente, il farmaco era espressione di una domanda ben più profonda, che non poteva essere risolta in maniera esaustiva da una confezione di antipiretico, per quanto quel medicinale fosse importante.

Mi spiego meglio, ricordando le parole commoventi di una persona povera che abbiamo conosciuto anni fa: “… sono stato raccolto dalla strada e, dopo un periodo un po’ nero, sto tornando a galla. Per la malattia che ho, avrei dovuto rubare per poter comprare i farmaci dei quali ho bisogno, ma io vengo qui e mi danno ciò che mi occorre. Ho bisogno anche di essere ascoltato, incoraggiato e queste cose le ho trovate qua. Io ci metterei la firma per morire in questo posto, con questa gente. Purtroppo non posso ricambiare con niente, ma loro sono contenti così, perché vedono che sto risorgendo. Non finirò mai di ringraziare”. A distanza di qualche anno, questa stessa persona, per la gratuità ricevuta, ha cominciato a sua volta a collaborare con opere di carità.

Non ci si muove, dunque, per il semplice sforzo di voler essere generosi, ma per la gratitudine di qualcosa che si è ricevuto.

Allora, per molti di noi coinvolti in questa avventura, aprire spazi di tempo da dedicare ad altri significa aprire spazi verso la conoscenza di quel Bene verso cui la vita tende.

Non sappiamo cosa accadrà. Ma, dopo queste premesse, sono certa che la realtà ci sorprenderà ancora.

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