L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini in occasione della Vigilia di Natale ha riflettuto sulle pagine del Giornale sul tema della sicurezza nel capoluogo lombardo, sui social e sul ruolo sempre più secondario della fede nella società contemporanea. Partendo dal tema, purtroppo centrale, delle guerre si fa portavoce della “tanta gente che la sente come una malattia da contrastare in tutto i modi, nonostante la paura”.
Passando poi al ragionamento sulla scarsa sicurezza a Milano, l’arcivescovo Delpini ci tiene a porre l’accendo sul necessario “sforzo da tutti” perché “il vero rimedio alla paura per la sicurezza in città è il buon vicinato: tessere rapporti rassicuranti per la conoscenza reciproca”. Le istituzioni, è vero, “devono fare il loro dovere”, ma al contempo “i cittadini devono essere chiamati a rispettare le regole della convivenza” perché “gli interventi normativi, legislativi, repressivi non sono mai una garanzia”. Tuttavia, oltre alle riflessioni generali, monsignor Delpini sottolinea che “l’immagine di Milano che viene data sui social, con questi allarmi sulla sicurezza” non corrisponde a quanto lui stesso ha visto con i suoi occhi “girando per tutte le parrocchie”.
Monsignor Delpini: “Oggi la fede viene nascosta”
Agganciandosi al discorso sui social, l’arcivescovo Delpini esprime il suo parare positivo su di una possibile regolamentazione contro l’odio, che “potrebbe servire per rendere il mondo dei social un luogo sereno e accettabile”, magari attraverso una qualche forma di promozione “dell’educazione e del rispetto per gli alti“. Rispetto che, ovviamente, per un uomo di Chiesa risiede soprattutto nella fede, nell’esempio di Gesù Cristo.
E proprio parlando di fede, l’arcivescovo Delpini ritiene che, oggi, parlarne “sembra quasi una maleducazione o un’indiscrezione“, ma nonostante questo “Dio continua ad amarci” e deve rimanere sempre intatta “la certezza che è all’opera”. Una fede, insomma, sempre più evanescente anche, e forse soprattutto, in virtù del calo demografico, perché è ovvio ed evidente che “la società non ha futuro se non ci sono bambini” e l’auspicio di monsignor Delpini è che siano sempre di più le famiglie che devono di mettere al mondo un figlio, che ritiene essere “una grazia che cambia la vita”.