L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, è stato intervistato nella giornata di oggi dai microfoni del quotidiano IlGiornale. “Si può tirare avanti se si ha una speranza, una terra promessa desiderabile – esordisce l’uomo di Chiesa, in riferimento alla crisi di questi mesi – il vero dramma è la disperazione: in queste condizioni problematiche a me sembra che ci sia un atteggiamento di chi dice ‘Qualcuno deve aiutarmi’ e c’è l’atteggiamento di chi dice ‘Forse io posso aiutare qualcuno’. Il vero dramma è la solitudine e la vera risposta è la solidarietà”. E nella crisi spesso e volentieri la ‘soluzione’ è la criminalità: “Credo che la criminalità abbia la sua radice non nella povertà ma nello smarrimento della distinzione fra bene e male”, replica monsignor Delpini.



Quindi l’arcivescovo meneghino ha aggiunto: “I cittadini non sono clienti quindi dialogo vuol dire che sono considerati ‘cittadini’ anche gli uomini delle istituzioni. L’incontro e il senso di partecipazione, il dialogo, mi pare che siano irrinunciabili in un momento come questo”. Quindi ribadisce il concetto: “Una società dove i cittadini si comportano come clienti che hanno diritto a essere serviti non va bene. La società sta in piedi perchè l’incontro tra le istituzioni, coloro che le governano e i cittadini, diventa un percorso condiviso e costruttivo”.



ARCIVESCOVO DELPINI: “NOI ADULTI DOBBIAMO DARE AI RAGAZZI UN DESIDERIO PER DIVENTARE ADULTI”

Sui problemi che affliggono i giovani, sempre più social e online, e nel contempo slegati dalla realtà: “Il problema più serio – spiega monsignor Delpini – di verificare se noi adulti diamo ai ragazzi delle buone ragioni per desiderare di diventare adulti. Loro sono indotti a chiudersi, a rifugiarsi nei social, a vivere una sorta di estraniazione alla società perchè forse gli adulti li scoraggiano”.

“Ci sono insegnanti – ha proseguito – educatori, genitori che tendono la mano, che avviano un dialogo con i giovani e trasmettono questa visione della vita che fa desiderare di diventare adulti, un’opeca educativa affascinante”. Quindi Mario Delpini ha concluso sulla famiglia, spiegando: “Ciò che veramente interessa non è che la famiglia sia tradizionale o chissà come, ma che abbia le condizioni per essere felice. Una famiglia che può generare futuro è una famiglia che ha gioia da custodire. L’imperativo non può essere solo ‘cercate di fare bambini’, ma ‘fate si che il vostro amore sia vero’. Perchè quello vero è un amore fecondo”.