La delibera emessa oggi dall’Ufficio scolastico regionale della Lombardia sull’ormai diventato caso della scuola di Pioltello chiusa per la fine del Ramadan non ha frenato le discussioni attorno al controverso provvedimento. Partendo dall’Usr, secondo gli ispettori il decreto presenterebbe delle non meglio definire “irregolarità”, ragione per cui la chiusura dovrebbe essere revocata, nel rispetto del calendario scolastico lombardo.



L’ultimo (per ora) ad aver commentato la questione della scuola chiusa per Ramadan è l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Ieri, infatti, ha sottolineato che “si tratta di un legittimo provvedimento della scuola”, invitando chi lo ascoltava a “non far diventare la cosa grande”. Parlando, invece, delle irregolarità riscontrate dall’Usr, si è limitato a dire che “hanno i loro organismi” e che “se lo hanno detto, avranno i loro motivi”. L’Arcivescovo Delpini, poi, chiudendo il suo intervento sulla scuola chiusa per Ramadan, ha puntualizzato che “una delle cose più importanti della vita è la religione“, precisando tuttavia che “non so come è il regolamento delle scuole”.



CEI: “Sulla scuola chiusa per Ramadan non si possono ignorare le regole”

Delpini, insomma, sulla scuola chiusa per Ramadan ha dato in qualche misura ragione a Roberto Pagani, che per conto della Diocesi milanese pochi giorni fa si era detto anche lui favorevole alla chiusura. Differentemente, invece, la CEI, nella persona del segretario generale e arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, pur riconoscendo che “il rispetto del fatto religioso è positivo” ed interpellandosi alla “laicità italiana [che] non sopprime l’identità religiosa ma la promuove”, si è accodato al ministro Valditara, chiedendo che sia “rispettato il percorso amministrativo“, oltre che “norme e procedure”.



Di un avviso simile a Delpini e al collega Pagani, anche Fabio Landi, responsabile della Pastorale scolastica della Diocesi milanese, che si è detto anche lui favorevole alla scuola chiusa per il Ramadan. “Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l’altro“, ha spiegato al Giorno, sottolineando che “è un ottimo esempio davanti a una realtà complessa” in un contesto come la scuola, “luogo in cui l’integrazione funziona meglio” e si forma “la società di domani”. Secondo Landi “il dirigente ha fatto bene” a voler tenere chiusa la scuola per il Ramadan, ritenendo inoltre che “questa vicenda deve essere un confronto sulla sostanza e non sulla forma“.