Cresce il numero dei casi di coronavirus in Italia, ma la curva rallenta. A fare il punto della situazione sull’andamento dell’epidemia Covid è il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri. «Quattro domeniche fa i contagiati erano cresciuti del 114% rispetto alla domenica precedente. Tre domenica fa dell’80%, due domeniche fa del 60%, mentre domenica scorsa dell’11% e oggi del 4% rispetto a quella precedente. Questo vuol dire che la nostra curva di crescita un mese fa raddoppiava e ora cresce del 4%», ha spiegato a Che tempo che fa. Il commissario all’emergenza ha spiegato che, quindi, i contagiati crescono ancora, ma la velocità di crescita sta diminuendo grazie alle restrizioni introdotte. «Il 95% dei contagiati si cura in casa, è asintomatico, paucisintomatico o ha sintomi lievi». Durante la prima ondata, invece, la percentuale era del 51%, quindi solo un italiano su due era poco sintomatico o paucisintomatico. «Oggi soltanto il 4,5% dei contagiati è ricoverato in ospedale, mentre era il 45% durante la prima ondata. E solo lo 0,5% è in terapia intensiva».
ARCURI “COVID HOTEL? REGIONI IN RITARDO”
Secondo Domenico Arcuri è il coronavirus è più diffuso, ma produce problematiche meno importanti. «La crescita continua ma è meno impetuosa, inoltre riusciamo a rintracciare una parte preponderante dei contagiati», ha aggiunto il commissario straordinario all’emergenza Covid. Quando Fabio Fazio gli ha chiesto conto della “sofferenza” ospedaliera, Arcuri ha replicato: «L’entropia delle terapie intensive non c’è, c’è stata nella prima ondata. E non c’è neppure quella degli ospedali». C’è invece un problema nei pronti soccorso: «Abbiamo stipulato un accordo con i medici di famiglia e i pediatri per permetter loro di fare i tamponi, così possono andare dai loro assistiti e verificare se sono contagiati e se curarli a casa».
Ora si sta allestendo una rete di Covid hotel per permettere alle persone asintomatiche o paucisintomatiche di fare la quarantena lontana da casa nei casi in cui la promiscuità potrebbe rappresentare un rischio di contagio. Il conduttore di Che tempo che fa gli ha allora chiesto perché non ci sia mossi prima della seconda ondata. «Alcune regioni li hanno attrezzati, altre no, la maggioranza. Forse non si aspettavano una recrudescenza della pandemia». A proposito delle dichiarazioni di Walter Ricciardi, consulente del ministro Roberto Speranza secondo cui bisognerebbe procedere con un lockdown nazionale, Arcuri ha spiegato che sono sufficienti le misure attualmente in vigore.
ARCURI “VACCINO? VIA A GENNAIO PER 1,7 MILIONI”
Domenico Arcuri a Che tempo che fa ha parlato anche del vaccino di Pfizer-Biontech: «È ragionevole realisticamente che alla fine di gennaio arriveranno i primi vaccini, saranno 1,7 milioni. Saranno 3,4 milioni di dosi, per ogni persona ne serviranno due». A proposito della distribuzione, il commissario all’emergenza Covid ha aggiunto: «Dobbiamo occuparci prima delle persone che sono più a contatto con il virus e delle persone anziane. L’esposizione al virus e la fragilità devono essere le due linee che ci guidano». Al ministero della Salute si stanno affrontando le problematiche di quella che è una grande vaccinazione di massa. «Ancora una volta riusciremo nei tempi e nei modi più adatti a fare in modo che non sia un problema».