Mesi dopo quella dichiarazione che molte polemiche aveva sollevato («siamo stati straordinari nell’affrontare la fase 1»), torna a trattare il medesimo tema con frasi molto simili il Commissario straordinario all’emergenza COVID-19 Domenico Arcuri. Il presidente di Invitalia è intervenuto in videoconferenza alla XXXVII assemblea annuale dell’Anci (i Comuni d’Italia, ndr) e ha definito l’azione del Governo e del Comitato Tecnico Scientifico come tra le più efficienti al mondo, se non la migliore: «Siamo stati efficienti ed efficaci nel contrasto della pandemia malgrado caratteristiche nostro sistema e lungaggine nostre procedure decisionali». Secondo Arcuri in questa seconda ondata si è arrivati ad una produzione del tutto autosufficiente di dispositivi di protezione individuali, tanto che non se ne acquistano più dall’estero: «abbiamo aumentato posti letto e facciamo più di 200mila tamponi al giorno e malgrado l’impeto dell’epidemia abbiamo 3.400 italiani ricoverati in terapia intensiva questo è successo grazie al contributo di tutti e lo sforzo straordinario che non ha pari in nessun altro paese del mondo».



L’ITALIA DOPO LA PANDEMIA

Sempre collegato con i rappresentanti dei sindaci d’Italia, il Commissario Arcuri ha definito la seconda ondata giunta ad ottobre come del tutto «inattesa», ma malgrado tutto la risposta del Governo si è dimostrata tutt’altro che inefficace: «Ora ci troviamo ad affrontare una seconda ondata di questa tragedia che in tutto il mondo ha una forza inaspettata. Oggi ci troviamo di fronte a uno scenario molto diverso: durante la prima ondata, il 50% dei contagiati si curava in isolamento domiciliare e il 43% veniva ricoverato, in questa seconda ondata il 95% si cura a casa e il 5% viene ricoverato». Se le condizioni di base della prima ondata fossero rimaste identiche anche oggi, si “giustifica” Arcuri, «saremmo di fronte a una sfida impossibile, invece questo è il risultato di uno sforzo collettivo». A marzo l’Italia nel suo picco aveva 4500 italiani in terapia intensiva e capacità di poco più di 20mila tamponi al giorno, oltre nel pieno di una forte guerra commerciale. Detto ciò, conclude il Commissario all’emergenza COVID-19 a cui è anche affidata la gestione della distribuzione dei vaccini, da tutta questa pandemia «dobbiamo trarre alcuni insegnamenti, in primis il fatto che nei tre decenni abbiamo pensato troppo ai debiti e troppo poco alla necessità di far crescere il nostro prodotto interno lordo. Dimenticandoci che non c’è modo migliore di pagare i debiti della capacità di produrre ricchezza».

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