Mascherine bucate per medici e infermieri in prima linea contro il Covid-19: Domenico Arcuri finisce nuovamente nel caos. Come riportano i colleghi de Il Tempo, ieri la Guardia di Finanza ha operato un maxi-sequestro di dispositivi di sicurezza comprati dall’ex commissario straordinario all’emergenza, braccio destro di Giuseppe Conte, e il motivo è abbastanza semplice, nonché drammatico: la loro capacità filtrante era dieci volte inferiore al necessario.
Franco Bechis spiega infatti che le mascherine in questione dovevano proteggere dal virus tra il 90 e il 95%, ma le analisi hanno chiarito che non superavano il 9% di sicurezza. Parliamo in totale di 250 milioni di mascherine destinate alle Asl italiane: 185 milioni sono state distribuite, mentre 65 milioni sono ancora nei depositi della struttura commissariale ora guidata dal generale Figliuolo, ma in passato regno di Domenico Arcuri.
Il Tempo: “Arcuri ha comprato mascherine bucate”
Le mascherine anti-Covid “bucate” comprate da Domenico Arcuri, quasi tutte di produzione cinese, portavano il timbro della Protezione Civile e la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni anche negli uffici di Invitalia per rinvenire tutti i contratti di quella partita di mascherine. Ma non solo, aggiunge Il Tempo: le Fiamme Gialle hanno acquisito anche i verbali del Cts in cui veniva validato l’utilizzo di quei modelli di dpi. Durissimo il giudizio di Franco Bechis: «Qui di delitto – colposo o meno – e non di errore si tratta: una cosa da processo di Norimberga sulla gestione della pandemia, e non possiamo che allontanare da noi questo sospetto se non sarà provato e riprovato fino a scongiurare ogni ragionevole dubbio».