Ad oggi in Italia sono stati vaccinati poco più di 84mila persone contro il Covid-19, ancora troppo poco rispetto ad altri standard europei (Germania e non solo) e soprattutto poco rispetto alle 470mila dosi giunte in Italia dal 30 dicembre scorso: per questo motivo la testata online della scuola di giornalismo “Massimo Baldini” dell’Università Luiss di Roma – ZetaLuiss – ha inviato al commissario all’emergenza Domenico Arcuri una richiesta dettagliata sui motivi e i dati in merito ai ritardi di questo inizio campagna vaccinale.
La risposta è giunta e per certi versi è “sorprendente” dato che viene ammesso come ad oggi manchi ancora un elenco definitivo delle sedi dei vaccini, su quando sarà pronto e quali saranno i criteri di “chiamata” per le vaccinazioni da marzo in poi. Di contro però, come ricorda la Repubblica, Arcuri ha “strigliato” le Regioni per i ritardi nella campagna di vaccini anti-Covid dando la colpa sostanzialmente all’organizzazione dei singoli territori per i ritardi generali. Facendo ordine, partiamo dalla richiesta di ZetaLuiss, davvero molto chiara e precisa sui contenuti: «non si dispone ancora di un’elencazione dei centri vaccinali», spiega Arcuri nella lettera ufficiale in risposta alla testata online della Università romana. La vaccinazione nelle regioni procede a rilento con gravi rischi per i cittadini, spiega ZetaLuiss tramite la richiesta formulata da un giovane giornalista: «l’elenco dei centri vaccinali destinati alla somministrazione del vaccino dipenderà da tre variabili: la quantità di vaccino disponibile, la numerosità delle categorie target prioritaria per la vaccinazione, nonchè dagli aspetti logistici legati alla tipologia di catena del freddo necessaria per il loro trasporto e stoccaggio».
ARCURI STRIGLIA LE REGIONI (E RICEVE LA REPLICA)
Il commissario Arcuri ha risposto nel merito, va dato atto, ma resta il “nodo” sui ritardi di un piano che doveva essere pronto da settimane e che invece ancora è in “divenire” per bocca del suo stesso artefice principale: se si aggiungono i recenti “caos” su siringhe e bandi per i somministratori dei vaccini lanciati in ritardo (dopo il 16 dicembre), la situazione complessiva non viene vista di buon occhio dalla ricerca ZetaLuiss, «urgenti altre domande: quando sarà possibile avere un elenco completo dei centri per il vaccino Covid? Quando sarà pronto? Su che basi ne sarà identificato il numero? Ci saranno differenze tra le regioni italiane? Quando entrerà in efficienza la rete di distribuzione? Una nazione intera attende dal governo del premier Giuseppe Conte le risposte, tra migliaia di nuovi casi e centinaia di vittime».
Di contro, il commissario lancia a mezzo stampa moniti “importanti” ad alcune Regioni sulla velocità di esecuzione delle vaccinazioni: in Unione europea nessun Paese, tranne la Germania, ha effettuato più vaccinazioni anti-Coronavirus, ha fatto sapere ieri Arcuri tramite gli uffici del commissario all’emergenza. Al netto dei dati mondiali che in parte smentiscono tale posizione (Germania, Danimarca, Portogallo e Croazia hanno rapporto migliore vaccino ogni 100 cittadini dell’Italia, ndr) Ma era stato lo stesso n.1 di Invitalia solo qualche giorno a fa a ripetere «Se vaccineremo meno di 65mila persone al giorno la campagna vaccinale sarà un fallimento». Calabria, Molise e Sardegna cominceranno nei prossimi giorni a serio regime e anche in Lombardia le vaccinazioni sono al rilento: la difesa dei Governatori in merito alle “accuse” di Arcuri è però netta, «mancano operatori sanitari e siringhe», mentre l’assessore Gallera a La Stampa spiega in ritardi della Lombardia «parte degli operatori sanitari è ancora in ferie e il vaccino è rimasto in frigo, la campagna massiccia partirà soltanto domani». Questo resta un problema che però non esula la preparazione della “fase 2” della campagna vaccini, quella più intensa e su ampia scala nazionale: è lì che l’Italia non può permettersi di arrivare (ancora) in ritardo.