Duro discorso da parte di Domenico Arcuri alla Camera. Il commissario all’emergenza Coronavirus ha parlato in video audizione alle Commissioni Finanze e Attività produttive e si è concentrato in particolar modo sulla questione spinosa delle mascherine, che ha definito “una speculazione vergognosa”. Di fatto Arcuri ha detto che è stato fissato un prezzo massimo di 50 centesimi a pezzo, nell’esclusivo interesse dei cittadini: il bene primario deve rimanere quello della salute, e dunque c’è stato un attacco contro chi ha voluto approfittare del fatto che le mascherine siano diventate “un bene di consumo primario” laddove in precedenza erano solo marginali. “Mi risulta che il costo di produzione di una mascherina sia di 5 centesimi” ha detto, ricordando invece come nei primi giorni della pandemia da Coronavirus si fosse addirittura a venderle a 5 euro (prima, il prezzo singolo al pubblico era di 8 centesimi). “Si capisce qual è lo spazio di profitto della categoria” ha aggiunto il commissario all’emergenza, che facendo i calcoli ha detto che 5 euro rappresenta un prezzo “10 volte superiore al costo di produzione, a cui va aggiunto il costo di distribuzione”.
ARCURI “SANZIONI PER CHI TRAE PROFITTO DALLE MASCHERINE”
Da qui, Arcuri è arrivato ad affermare la sua richiesta di punire con sanzioni le speculazioni: nonostante la norma, potrebbe esserci qualcuno che ancora venderà le mascherine ad un prezzo più alto. Sulla scia di questo discorso, c’è stato poi il tempo di dire come alla fine dell’estate, probabilmente, sarà possibile liberarsi del “fardello” degli acquisti all’estero, per arrivare al 100% di dispositivi di protezione individuale prodotti in Italia. “Al momento siamo al 25%, penso che in 40 giorni gli italiani abbiano fatto un buon lavoro” ha aggiunto. Arcuri ha poi parlato dei ventilatori e delle terapie intensive: per lui, grazie a questi macchinari l’Italia è pronta e attrezzata per reggere picchi anche superiori rispetto a quelli della prima fase dell’emergenza da Coronavirus. “L’apocalisse non la regge nessuno, ma siamo tutti convinti che non ci sarà”. C’è dunque ottimismo nel discorso del commissario all’emergenza, che lo ha voluto specificare tracciando alcuni numeri che riguardano i posti in ospedale e i dispositivi di cui sopra.
“Abbiamo circa 1980 posti occupati in terapia intensiva su una disponibilità di 9000” ha detto Arcuri, che ha anche detto della distribuzione di 4200 ventilatori, affermando come in pochi giorni il numero di questi macchinari possa essere raddoppiato. “Per ora comunque non servono, e nemmeno sappiamo dove saranno gli eventuali maggiori focolai nella Fase 2”; quindi, sarebbe inutile procedere ora alla distribuzione dei ventilatori ma, soprattutto, dal discorso di Arcuri emerge come l’Italia abbia superato la fase del collasso delle strutture ospedaliere. Infine il commissario ha definito la crisi da Coronavirus come imprevedibile dal punto di vista di caratteristiche, dimensione e durata; così era stato anche per le crisi vissute negli scorsi decenni, anche a livello economico-finanziaria. La specificità di questa pandemia risiede soprattutto nella durata: “Non riusciamo a prevedere per quanto tempo le attività economiche e sociali saranno condizionate e dovranno essere limitate”.