Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri in audizione in Commissione Trasporti alla Camera sulla app di tracciamento Immuni ha messo in guardia sulle condizioni necessarie per rendere l’app efficace, ma ha anche aggiornato sui tempi in cui la stessa potrà essere scaricata e pronta all’uso sugli smartphone di tutti gli italiani. “Io ritengo che a cavallo della fine di questo mese la app sarà pronta per essere utilizzata“. Arcuri ha inoltre spiegato di non aver scelto, come si era vociferato, in prima persona la società Bending Spoons per come sviluppatrice dell’app: “Tengo però a dire che ho ricevuto la richiesta del governo di sottoscrivere una contratto con la società e io non ero a conoscenza né so se è vero che i lavori della Commissione fossero giunti alle conclusioni che ritenete o che alcuni organi di stampa hanno illustrato.” Arcuri ha sottolineato di essere commissario all’emergenza coronavirus e di non occuparsi di temi che sono peculiari a chi nel Governo si occupa di sviluppo e innovazione, che deve essere chiamato in causa per spiegare i dettagli dell’accordo con Bending Spoons.
APP IMMUNI, ARCURI SOTTOLINEA IMPORTANZA TAMPONI
Secondo Domenico Arcuri Immuni funzionerà solo se la sanità metterà in atto una politica altrettanto efficace riguardo i tamponi da effettuare a tappeto, per comprendere dove sono gli infetti e riuscire così a creare un database efficace per l’app. “La app funziona se il tempo di attraversamento dall’arrivo dell’alert sul contatto con un contagiato al tampone sarà accorciato, e se a essa si accompagnerà la somministrazione dell’unico agente per individuare un individuo contagiato, che è il tampone“. Maggiore sarà il numero di tamponi effettuati, più tempestiva sarà l’app Immuni nel segnalare la presenza di infetti. “La app dà un alert a un device e gli dice ‘sei stato in contatto per più di 15 minuti negli ultimi 14 giorni con un altro device (e anch’esso non è un nome) che risulta contagiato‘. Il ricevitore del device deve attivarsi. Se il sistema sanitario regionale non è in grado di sottoporlo in fretta un tampone, non ha fatto il suo lavoro e nessuno di noi lo ha fatto“. Dunque Arcuri sottolinea la necessità di attivare quella che è una vera macchina da guerra, che porti poi grazie all’efficacia del sistema a invogliare all’utilizzo di Immuni, per renderla il principale presidio di prevenzione digitale nel Paese.