Il prezzo delle mascherine chirurgiche verrà ulteriormente abbassato nei prossimi giorni. Ad annunciarlo è stato Domenico Arcuri, Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, parlando in audizione alla Camera presso la commissione Affari sociali. Il manager ha ricordato come l’Italia importasse fino a poche settimane fa la gran parte delle mascherine, mentre a breve verranno prodotte totalmente nel Belpaese: “Oggi il 55% delle mascherine che abbiamo sono prodotte in Italia – le sue parole – il 45% sono residui delle importazioni. Abbiamo detto che a partire da settembre il 100% delle mascherine saranno prodotte in Italia, noi non importeremo più nulla dall’estero, una parte di questo saranno le mascherine prodotte da noi a 12 centesimi. Vorrà dire che si dovrà fare un ragionamento, che probabilmente il prezzo calmierato di 50 centesimi sarà troppo alto e forse dovremo convincerci che lo dobbiamo abbassare ancora”.



ARCURI SULLE MASCHERINE E I TAMPONI: “92MILA AL GIORNO ENTRO FINE ANNO”

La questione delle mascherine ha creato non poche polemiche nelle ultime settimane, anche perchè molti commercianti hanno lamentato il fatto che il prezzo di 50 centesimi fosse troppo basso. La querelle sembra quindi destinata a perdurare, anche se non è da escludere che quando la produzione sarà totalmente made in Italy, si potrà trovare la quadra definitiva. Arcuri, parlando alla Camera, ha affrontato anche la questione tamponi, sottolineando come l’Italia sia stato il paese ad averne eseguiti di più in assoluto: “All’inizio emergenza si realizzavano 7 tamponi ogni 100mila abitanti, il 1 marzo questi tamponi erano diventati 34,9, il 30 marzo erano 789 ogni 100mila abitanti ed eravamo il Paese che al mondo realizzava il numero maggiore di tamponi, il 5 maggio ne realizzavamo 3.157. Siamo passati da febbraio con 7 tamponi ogni 100mila abitanti a maggio con 3.157”. Numeri che cresceranno ancora entro la fine dell’anno: “Con la dotazione che stiamo garantendo a tutte le regioni arriveremo a 92mila tamponi al giorno fino al 31 dicembre 2020. Riusciremo a incrementare di un ulteriore 50% la possibilità conferita alle regioni di somministrare test molecolari ai cittadini”.

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