Le aree interne italiane rappresentano un patrimonio prezioso, caratterizzato da ricchezze ambientali, storiche e culturali, ma segnato da sfide significative come lo spopolamento e la carenza infrastrutturale. Questi territori, che comprendono più della metà dei comuni italiani e circa il 60% della superficie nazionale, richiedono strategie mirate per un rilancio che combini sviluppo economico e salvaguardia delle tradizioni locali. Dalle analisi portate avanti da ISNART e dalla recente collaborazione istituzionale tra Unioncamere ed Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste emergono alcune evidenze.
Uno dei principali ostacoli per le aree interne è la costante emorragia demografica. Si prevede che entro il 2043 la popolazione in queste zone possa diminuire dell’8,5%, un tasso tre volte più alto rispetto al resto del Paese. In questo contesto, il settore agricolo può diventare un motore di ripresa e di attrazione. Le aree interne ospitano attualmente circa 325mila aziende agricole e 20mila imprese dell’industria alimentare, con una maggiore resilienza economica rispetto ad altre regioni. Promuovere la diversificazione delle attività agricole, orientandole verso il turismo, la tutela ambientale e la valorizzazione delle risorse forestali, può contribuire a rafforzare la vitalità di questi territori, favorendo anche nuove opportunità occupazionali.
Negli ultimi anni, il turismo ha offerto infatti una chance di rinascita per queste aree, diventando una risorsa cruciale. Durante la pandemia, con le limitazioni alla mobilità internazionale, molti turisti hanno riscoperto la bellezza di borghi e paesaggi italiani lontani dai tradizionali circuiti turistici. I dati ISNART evidenziano tra il 2019 e il 2023, una crescita degli arrivi nelle aree interne del 6,9%, mentre nel resto del Paese l’incremento è stato solo dell’1,3%. Il turista-tipo che visita queste zone è giovane, laureato e attento ai temi della sostenibilità ambientale. Le aree interne offrono un mix unico di autenticità e natura, risultando particolarmente attrattive per un segmento di turisti che apprezza esperienze di valore a costi competitivi. Per massimizzare questo potenziale, occorre però migliorare la qualità dell’offerta turistica, incentivare l’uso di strumenti digitali per aumentare la visibilità online e incrementare la percentuale di aree protette, attualmente limitata al 22% del territorio nazionale.
Un altro pilastro dello sviluppo, secondo Unioncamere, è rappresentato dalla connettività e dalla cooperazione tra imprese. La copertura di rete nelle aree interne ha compiuto notevoli progressi, superando in alcuni casi quella delle aree più centrali del Paese. Una buona infrastruttura digitale consente non solo l’accesso a servizi essenziali, come la telemedicina, ma anche nuove opportunità di lavoro a distanza, migliorando la visibilità commerciale dei prodotti locali e facilitando l’accesso a mercati più ampi. La collaborazione tra imprese è anch’essa un elemento strategico: attraverso contratti di rete e partnership, le aziende possono unire risorse e competenze per affrontare le sfide comuni e accrescere la competitività, anche in termini di accesso ai finanziamenti.
Infine, l’accesso agevolato ai fondi rappresenta un altro aspetto fondamentale per il rilancio delle aree interne. Nel precedente ciclo di programmazione, l’Italia ha speso solo l’80% dei fondi europei assegnati, piazzandosi tra i Paesi meno efficienti in questo ambito. La proposta di semplificare le procedure per le imprese, con la creazione di “Zone amministrative franche” dedicate, potrebbe agevolare il percorso di sviluppo, facilitando l’accesso agli incentivi per progetti legati alla valorizzazione delle risorse naturali, culturali e turistiche. Favorire l’impiego delle risorse, soprattutto per chi investe nella tutela della biodiversità e nell’agricoltura sostenibile, è un passo cruciale per incentivare l’economia locale.
Attraverso queste azioni integrate, l’obiettivo è quello di sostenere una crescita inclusiva e sostenibile, capace di restituire vitalità e prospettive di sviluppo alle aree interne. La valorizzazione delle risorse e delle tradizioni locali potrà trasformare questi territori in protagonisti di un rilancio economico e sociale, che affonda le sue radici nella qualità della vita, nella ricchezza ambientale e nelle opportunità di collaborazione e innovazione.