TEO LOSITO, DOPO LA MORTE TRE INCHIESTE

Non è ancora chiuso l’Ares Gate, il caso scoppiato nel settembre 2020 dalle dichiarazioni di Adua Del Vesco, all’anagrafe Rosalinda Cannavò, e Massimiliano Morra. La vicenda riguarda la morte di Teo Losito, sceneggiatore della Ares Film trovato senza vita l’8 gennaio 2019. È stata aperta un’inchiesta per istigazione al suicidio, al termine della quale è stata chiesta l’archiviazione. Questo caso si è intrecciato con quello del testamento, perché dall’indagine sono scaturiti infatti altri filoni, come quello per la bancarotta della Ares, che vede indagato Alberto Tarallo – compagno di vita e fondatore della casa di produzione sopracitata – e che potrebbe regalare novità nelle prossime settimane.

Il produttore è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver falsificato il testamento, imitando la calligrafia e la firma di Teo Losito per ereditarne tutti i beni, del valore di diversi milioni di euro. L’imprenditore aveva fatto pubblicare il testamento presso un notaio romano a fine gennaio 2019, appena tre settimane dopo che il compagno si era suicidato nella villa di Zagarolo dove i due vivevano, insieme ad alcuni attori delle fiction Mediaset prodotte dalla coppia. La richiesta di rinvio a giudizio per il testamento conferma la linea della procura: dopo le indagini della guardia di finanza e una perizia tecnico grafologica che definisce il documento “apocrifo”, non autentico, gli inquirenti hanno concluso che il documento, datato 2007, sia un falso.

ARES GATE, IL FRATELLO DI LOSITO “AVREMO GIUSTIZIA”

La prima udienza che vedrà imputato Alberto Tarallo è stata fissata per il prossimo 13 settembre. Stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, si costituirà parte civile Giuseppe Losito, fratello di Teo. Se il testamento dovesse essere davvero falso, allora sarebbe stato ingiustamente privato dell’eredità. «Siamo sicuri che avremo finalmente giustizia perché Teo se lo merita», dichiara l’avvocato Stefano De Cesare. Il legale Daria Pesce, che invece difende Alberto Tarallo, sostiene che «il testamento è assolutamente vero, il pm si basa su una consulenza fatta fare da lui, che è una consulenza illogica. Andremo avanti difendendoci». Tornando all’indagine sulla bancarotta della Ares, la conclusione potrebbe essere vicina e riservare colpi di scena dopo le sorprese che hanno caratterizzato questa vicenda che ha travolto il mondo dello spettacolo dopo le confidenze al Gf Vip da parte di Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, entrambi della scuderia Ares. Le loro rivelazioni hanno gettato ombre sulla figura di Alberto Tarallo, come quelle di alcuni dei volti noti della tv (Gabriel Garko, Giuliana De Sio…) convocati in procura nei mesi scorsi come testimoni.