Il mito di Aretusa e Alfeo ripercorre la storia bimillenaria di Siracusa, tra le meraviglie del passato e il fascino della leggenda greca: se ne parlerà all’interno della puntata odierna di “Meraviglie”, il programma di Alberto Angela che sbarca oggi nello splendore della città siciliana.

Il viaggio di oggi inizia proprio da Ortigia, l’isola su cui sbarcarono i Greci fondatori di Siracusa nel 733 a.C.: proprio qui risiede uno dei punti più visitati della città, la Fonte di Aretusa che trae origine proprio dal mito della ninfa e del “pretendente” Alfeo. Secondo la mitologia greca, Aretusa era una delle ninfe al seguito della dea della caccia Diana-Artemide: durante una delle tante battute, la giovane e incantevole fanciulla rimase troppo separata dal gruppo e finì per imbattere nel meraviglioso fiume Alfeo. Si narra fosse una giornata calda e afosa, il desiderio di fare un bagno riempì il cuore di Aretusa che infatti di spogliò e si immerse nelle acque limpidissime.



IL MITO E LA FONTANA DI SIRACUSA: ARETUSA E ALFEO

A quel punto l’acqua comincio ad agitarsi e Aretusa si trovò davanti Alfeo con sembianze umane: molto bello, biondo e con occhi colmi di amore per la giovanissima ninfa. Il mito narra però della mancata corrispondenza tra i due: Aretusa infatti rifiutò la corte di Alfeo, tanto da scattare fuori dall’acqua senza i vestiti addosso. Invocò l’intervento di Diana che dall’alto, per proteggerla, prima la avvolse in una nube spessa e poi la trasformò in una fonte sul lido di Ortigia: a quel punto Alfeo non si rassegnò comunque a perdere la sua amata e chiese al dio Giove-Zeus la possibilità di poter stare comunque vicino ad Aretusa in un destino altrimenti beffardo. Il padre degli Dei ebbe pietà di lui e lo tramutò definitivamente in fiume così che potesse per tutta l’eternità rimanere accanto alla sua dolce ninfa amata. Oggi la Fonte di Aretusa è uno dei luoghi più caratteristici della vecchia Siracusa: passeggiate, tramonti e una fontana caratteristica, meta irrinunciabile per ogni visita turistica nella città siciliana. La Fonte forma un piccolo laghetto semicircolare pieno di pesci e anatre, dove icresce rigogliosa la pianta del papiro: la fontana è infatti detta dai cittadini siracusani anche “a Funtana re papiri”. Il mito di Aretusa è stato cantato e rappresentato da tantissimi poeti nel corso della storia: tra i tanti, Pindaro, Mosco, Ovidio, Virgilio, D’Annunzio; la ninfa venne poi raccontata e tramandata anche dagli storici Timeo, Pausania, Diodoro Siculo, Strabone, Cicerone.



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