Sandro Mugnai è stato arrestato con l’accusa di omicidio per avere ucciso Gezim Dodoli, il vicino di casa albanese che aveva assaltato la sua villetta ad Arezzo con una ruspa, creando dei danni alle mura e al tetto e danneggiando le auto parcheggiate davanti. Il cinquantatreenne ha sparato quattro colpi di fucile, senza lasciare scampo all’operaio. Gli inquirenti stanno indagando sul movente. Pare, come riportato da La Nazione, che le due famiglie in passato fossero state in ottimi rapporti, ma che di recente c’era stato qualche battibecco per futili motivi: prima il volume della musica troppo alto poi i cattivi odori, infine i confini dei due terreni. Per quest’ultima questione c’era stata anche una denuncia. La vicenda si è conclusa in modo drammatico, con la morte di uno dei due uomini per mano dell’altro.



Adesso Mugnai si trova in carcere in attesa dell’udienza di convalida del fermo da parte del gip del tribunale. In queste ore ha potuto incontrare i suoi legali, Marzia Lelli e Piero Melani Graverini, i quali hanno annunciato di avere intenzione di puntare sulla “legittima difesa”. Il tetto dell’abitazione, secondo la loro versione, infatti, sarebbe potuto crollare a causa dei danni riportati a causa della ruspa, uccidendo la famiglia che si trovava all’interno della villetta. (agg. di Chiara Ferrara)



Arezzo, assalta casa del vicino con la ruspa e viene ucciso

Dramma ad Arezzo, dove un 57enne di origini albanesi è stato ucciso dopo aver assaltato una villetta di un vicino di casa con una ruspa. Il proprietario di casa, un uomo di 53 anni, ha tentato di difendere l’abitazione sparando quattro colpi, uccidendo la persona alla guida dell’escavatore. Il 53enne è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio. È accaduto a San Polo, frazione di Arezzo, dove il 57enne si sarebbe messo alla guida della ruspa danneggiando prima quattro autovetture parcheggiate davanti la casa, tutte di proprietà della famiglia dell’arrestato, e poi avrebbe colpito l’abitazione, creando danni molto seri alle mura e al tetto dello stabile.



I danni strutturali all’abitazione, nella quale si trovavano l’uomo arrestato e alcuni familiari anche esterni al nucleo, hanno fatto sì che i vigili del fuoco valutassero come inagibile la casa, facendo uscire le persone rimaste dentro. I vigili, ancor prima hanno fermato il motore della ruspa, rimasto acceso dopo la morte dell’uomo alla guida. Il figlio dell’uomo arrestato, intervenuto ai microfoni di Ore 14, ha spiegato che tra le due famiglie non era accaduto nulla: né un litigio, né altro.

L’uomo stava cenando con la famiglia in casa

La famiglia di Arezzo aveva appena terminato di cenare e in casa c’erano anche dei parenti. La stanza colpita dalla ruspa dovrebbe essere la sala dove stavano cenando. La ruspa ha tirato giù anche una grondaia e colpito poi la porta d’ingresso. Tutto l’immobile è stato dichiarato inagibile e le persone all’interno sono state messe in salvo.

Il figlio del 53enne che ha sparato colpi all’uomo alla guida della ruspa ha parlato così a Ore 14: “C’eravamo io, il babbo, la mamma e i miei zii. Si è sentito come se cadesse qualcosa di metallo. Ci siamo affacciati e abbiamo visto lui che colpiva le macchine. Appena ci ha visto alle finestre ha colpito subito lì, poi siamo scesi per le scale e ha colpito la porta per non farci uscire di casa. Abbiamo cercato di fermarlo, poi dopo basta. Non si sa cosa abbia scatenato la rabbia, non era successo nulla tra di noi. Né screzi né litigi. Non ci parlavamo, solo buongiorno e buonasera. Ognuno stava nel suo”.