In Argentina l’inflazione è arrivata al 116%, il quarto tra i tassi più alti del mondo e di poco inferiore a quello dello Zimbabwe, del Libano e del Venezuela. La crisi economica e la forte svalutazione della moneta stanno portando la popolazione a livelli di povertà molto elevati. Attualmente si stima che almeno il 40% dei cittadini, anche quelli che lavorano sia in grave difficoltà, mentre nella provincia di Tucuman la situazione è tra le peggiori del paese con 6 bambini su 10 in condizioni di povertà assoluta e con problemi di salute dovuti alla malnutrizione.
Il quotidiano Le Monde ha raccontato lo scenario preoccupante direttamente dalla città più colpita San Miguel de Tucuman, dove nella periferia il corrispondente del giornale ha incontrato alcuni volontari di organizzazioni che hanno confermato la situazione. Qui soprattutto i bambini, ma anche madri adolescenti con neonati, percorrono numerosi chilometri a piedi per cercare di ottenere qualcosa da mangiare offerto loro dall’associazione Barrios de Pie-Libres del Sur.
Argentina tra inflazione e povertà, la grave situazione di San Miguel de Tucuman
La coordinatrice regionale dell’associazione, Sonia Gjugum, racconta a Le Monde la situazione disperata che gli abitanti di San Miguel de Tucuman stanno vivendo, con livelli di povertà estremi e problemi di salute dovuti allo scarso reperimento di medicinali e cure e alla grave malnutrizione. I bambini sono i più colpiti dalla crisi economica e cercano lavori saltuari o giornalieri nelle periferie pur di sfamarsi. “Questo paese, produttore di cibo per eccellenza non riesce a garantire un pasto ai più piccoli“, e ad aggravare il tutto c’è anche la disoccupazione per mancanza di opportunità di lavoro.
La provincia di Tucuman è simbolo della crisi in Argentina già dal 2001. Ora il fenomeno è diventato strutturale e come afferma la volontaria ” I bimbi affamati di oggi saranno genitori poveri di domani“. La miseria purtroppo sta peggiorando le condizioni non solo di salute ma anche quelle dell‘istruzione giovanile, alimentando la criminalità. A dare un piccolo sollievo agli abitanti ora restano solo le organizzazioni umanitarie, composte da medici e insegnanti volontari che cercano tutti i giorni di offrire soluzioni di svago ai ragazzi per allontarli dalla droga, dalla prostituzione e dall’illegalità.