L’Argentina potrebbe iniziare a usare l’intelligenza artificiale per prevenire futuri crimini: il presidente Javier Milei ha creato, infatti, l’Unità per l’AI applicata alla sicurezza, che avrà il compito di usare “algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i dati storici sui crimini e prevedere quelli futuri“.
Il piano del leader di estrema destra prevede l’impiego anche di un software di riconoscimento facciale per l’identificazione dei ricercati, il monitoraggio dei social media e l’analisi dei video delle telecamere di sicurezza in tempo reale per scoprire eventuali attività sospette. Il ministero argentino della Sicurezza guidato da Patricia Bullrich ha dichiarato che questa unità aiuterà a “rilevare potenziali minacce, identificare i movimenti di gruppi criminali o anticipare i disordini“.
Ma questo progetto di legge ha fatto suonare un campanello d’allarme tra le organizzazioni per i diritti umani, perché i diritti dei cittadini potrebbero essere a rischio. Stando a quanto riportato dal Guardian, il timore degli esperti è legato anche all’eventualità che alcuni gruppi in particolare possano finire eccessivamente sotto il controllo della tecnologia, inoltre sono emerse preoccupazioni su chi avrà accesso alle informazioni tra le forze di sicurezza.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER PREVEDERE CRIMINI FUTURI
Altri particolari sul piano di Javier Milei sono stati forniti da El Pais, secondo cui prevede anche la sorveglianza aerea con i droni. Infatti, questa nuova unità non si occuperà solo di spazi virtuali, perché potrà “pattugliare vaste aree utilizzando droni, fornire sorveglianza aerea e rispondere alle emergenze“, nonché di svolgere “compiti pericolosi, come disinnescare esplosivi, utilizzando robot“. Inoltre, riporta un passaggio della risoluzione firmata dalla ministra Patricia Bullrich, in cui si riporta che “è essenziale applicare l’intelligenza artificiale nella prevenzione, nell’individuazione, nell’investigazione e nel perseguimento del crimine e delle sue connessioni“.
La tesi alla base di questa decisione è che l’uso dell’intelligenza artificiale “migliorerà significativamente l’efficienza delle diverse aree del ministero e delle forze di polizia e di sicurezza federali, consentendo risposte più rapide e precise alle minacce e alle emergenze“. La risoluzione consente l’uso di “algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i dati storici sulla criminalità e quindi prevedere i crimini futuri“. Un altro obiettivo è scoprire “transazioni finanziarie sospette o anomalie che potrebbero indicare attività illegali“.
I DUBBI DEGLI ESPERTI SUL PIANO DI JAVIER MILEI
Sul piano di Javier Milei è intervenuto anche Mariela Belski di Amnesty International Argentina, secondo cui “la sorveglianza su larga scala colpisce la libertà di espressione perché incoraggia le persone ad autocensurarsi o ad astenersi dal condividere le proprie idee o critiche se sospettano che tutto ciò che commentano o pubblicano sia monitorato dalle forze di sicurezza“.
A tal proposito, il Centro argentino per gli studi sulla libertà di espressione e l’accesso all’informazione ha segnalato che queste tecnologie sono state storicamente usate per “profilare accademici, giornalisti, politici e attivisti“; tutto ciò, senza controllo, rappresenta una minaccia la privacy.
Invece, una fonte del ministero argentino della Sicurezza assicura che questa nuova unità lavorerà nell’ambito dell’attuale quadro legislativo, compreso il mandato della legge sulla protezione delle informazioni personali. Inoltre, ha precisato che si concentrerà sull’applicazione dell’IA, dell’analisi dei dati e dell’apprendimento automatico per identificare modelli e tendenze criminali nei database del ministero della Sicurezza.
PRIVACY E DIRITTI DEI CITTADINI A RISCHIO?
Per il professor Martin Becerra, ricercatore di media e tecnologia dell’informazione, ritiene che “l’organismo governativo creato per pattugliare i social network, le applicazioni e i siti web contraddica diversi articoli della Costituzione nazionale“. Come riportato da El Pais, ha accusato il governo di Milei di essere antiliberale: “Decreta nuove norme, rafforza la funzione repressiva dello Stato, aumenta l’opacità dei fondi pubblici ed elimina le norme che cercavano di proteggere i più vulnerabili“.
Il ricercatore Becerra ha messo in discussione in particolare la funzione di previsione dei crimini assegnata alla nuova unità, osservando che si tratta di “qualcosa in cui l’uso dell’IA ha esplicitamente fallito e che, pertanto, deve essere evitato”. Secondo la specialista di politica digitale Natalia Zuazo questa iniziativa vuol dire creare “intelligence illegale mascherata dall’uso di tecnologie moderne“.