E’ stato appurato che il Coronavirus si trasmette attraverso goccioline che durano più a lungo nell’aria umida. Per questo si ritiene che l’umidità possa favorire il contagio e la mortalità per Covid-19. Tuttavia, ci sarebbero dei dati che andrebbero a contraddire tale convinzione, come osservato Irina V. Biktasheva dell’Università di Liverpool. Wuhan, ad esempio, è considerata una zona con un clima subtropicale umido eppure a dicembre, quando si registrò il picco di mortalità, il clima è il più secco dell’anno. La studiosa vuole dunque dimostrare come l’umidità dell’aria sia stata correlata negativamente al Covid-19 sulla base di due osservazioni. In primo luogo le mucose del tratto respiratorio superiore presentano una prima importante barriera contro il Coronavirus. In secondo luogo, una stagione secca causa la secchezza delle mucose e dunque in presenza del virus quest’ultimo potrebbe rappresentare un fattore di mortalità. Quando si parla di Coronavirus un fattore importante è stato rappresentato dall’età. A tal proposito, evidenzia lo studio, anche lo stato delle mucose è connesso all’età. Meno evidente, invece, la correlazione tra mortalità di Covid-19 e bassa umidità dell’aria. Altro esempio, oltre al caso di Wuhan è rappresentato da Seoul e Tokyo dove l’incidenza e la mortalità sono state inferiori anche se qui il clima è più umido.
CORONAVIRUS ED IL RUOLO DELL’UMIDITÀ NELL’ARIA
Nello studio di Liverpool sull’incidenza che l’aria umida può avere sul Coronavirus si cita anche la nostrana Lombardia, dove febbraio è stato il mese più secco a Milano al contrario di un inizio di primavera più umido a Roma. Ed ancora, un clima molto più secco in Spagna sembra confermare l’ipotesi di maggiore mortalità in ambiente troppo secchi e transitori. Ulteriori osservazioni sono state compiute anche sulla Germania confermando una considerazione negativa dell’aria umida correlata al Covid-19 dal momento che è stato sottolineato come la mortalità sia più alta in un’area più secca e si abbassa con l’aumento dell’umidità dell’aria. Studi eseguiti in Cina non sembrano tenere conto della correlazione tra l’aumento stagionale di umidità e la diminuzione dei casi grazie alle misure restrittive adottate. Ma tutti alla fine evidenziano quanto ipotizzato da Biktasheva ovvero che aria secca causa una eccessiva muscosa respiratoria nella popolazione più anziana e vulnerabile, aumentando quindi la mortalità da Covid-19. Ulteriori conferme? Il fatto chele mucose del naso secche portano a perdita di gusto e olfatto, sintomi questi ultimi del Covid. Ed ancora, l’aria secca rappresenta un fattore di rischio per gli occhi secchi e questi ultimi portano a congiuntivite connessa a sua volta al Coronavirus. In generale l’umidità dell’aria dipende da più variabili. Se dovesse essere confermata la correlazione negativa tra umidità e Covid, potrebbero essere adottate delle misure pratiche – oltre a quelle mediche e amministrative già in atto – basate su questo tipo di considerazioni. Ad esempio, a Madrid agosto è il mese più secco dell’anno quindi potrebbero essere adottate misure preventive per prevenire o attutire una seconda eventuale ondata del virus.