Alberto Barbera aveva ragione: il cinema italiano è in stato di grazia. Lo hanno già confermato Paolo Sorrentino e Michelangelo Frammartino, rispettivamente con È stata la mano di Dio e con Il buco, ma un’ulteriore riprova arriva da Ariaferma, il nuovo film di Leonardo Di Costanzo. Presentato fuori concorso, il prison movie analizza il rapporto tra il detenuto più temuto di un carcere (Silvio Orlando) e un agente prossimo alla pensione (Toni Servillo), ma non solo…



TRAMA DI ARIAFERMA – Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti rimane, con pochi agenti, in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.



 

Ariaferma è sì un film di denuncia politica e sociale, ma non solo. Leonardo Di Costanzo accende i riflettori sull’umanità che può e deve esistere tra un detenuto e un poliziotto penitenziario, diversi ma simili, condividendo lo stesso ambiente, chi più e chi meno. Uno dei punti più interessanti è proprio questo: la capacità di trasferire nella realtà il vero dramma del carcere, tema sempre più dimenticato.

Ariaferma cerca di superare i clichè del prison movie: niente violenza esasperata e caos, ma la rappresentazione di un ambiente più contenuto a reale. Non arriviamo a grandissimi livelli di suspense, è vero, ma la tensione c’è, è palpabile, è viva. Lo è tra false piste e dialoghi, tra detti e non detti, con Leonardo Di Costanzo che non rinuncia mai al suo approccio domentaristico. La fotografia è dominata dai toni scuri ed è interessante osservare le scelte a livello visivo fatte dal regista per accentuare differenze e similitudini tra i due protagonisti. Orlando e Servillo, due giganti del cinema italiani che fanno a gara di bravura senza mai eccedere, trasmettendo tanto allo spettatore anche solo con uno sguardo, senza eccessi di retorica o dialettica.



Ariaferma è un grande salto di qualità per Di Costanzo e, per qualità, avrebbe meritato un posto nel concorso principale, anche se per il momento non possiamo affatto lamentarci dei nostri alfieri in lizza per il Leone d’oro…

@Massimo_Balss

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