ARIAFERMA, IL FILM CONTA NEL CAST TONI SERVILLO E SILVIO ORLANDO

Ariaferma di Leonardo Di Costanzo sarà uno dei grandi film protagonisti ai David di Donatello 2022. La pellicola prodotta da Tempesta (Carlo Cresto-Dina), Amka Films Productions (Michela Pini, Amel Soudani) e Rai Cinema ha raccolto undici candidature ed è in corsa per il premio al miglior film. Il lungometraggio è stato presentato fuori concorso alla 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed ha ottenuto un grande riscontro di critica e pubblico.



Ariaferma poggia la sua forza nel grande lavoro di scrittura cinematografica  – la sceneggiatura porta la firma di Di Costanzo, Valia Santella e Bruno Oliviero – e soprattutto sulle grande interpretazioni dei protagonisti. Toni Servillo e Silvio Orlando si confermano tra i più grandi attori del cinema italiano, senza dimenticare la bravura di Fabrizio Ferracane. Un mix convincente, che non lascia indifferenti.



ARIAFERMA, CANDIDATO A MIGLIOR FILM DAVID DI DONATELLO 2022

Questa è la sinossi di Ariaferma di Leonardo Di Costanzo: Un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti rimane, con pochi agenti, in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.

Nel presentare Ariaferma, Leonardo Di Costanzo ha spiegato: “Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non racconta le condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere”.