Era il maggio del 2017 quando alcuni kamikaze dell’Isis si fecero esplodere tra la folla di ragazzine e di mamme che uscivano da un concerto della cantante americana Ariana Grande, alla fine rimasero sul suolo 20 persone morte e 50 ferite. Quell’attentato fu una delle più orribili stragi dell’islam radicale, anche perché portata in un luogo e in un momento di festa e di gioia in mezzo a per la maggior parte minorenni. Ieri sera Ariana Grande è tornata a Manchester a esibirsi per la prima volta dopo quei terribili fatti (a parte una apparizione qualche mese dopo la strage a un concerto di beneficenza per le vittime dell’attentato) e ovviamente si è trattato di un evento dall’alto tasso emozionale. In modo significativo ha aperto il concerto con la canzone intitolata “No tears left to cry”, non sono rimaste più lacrime per piangere. E i fan l’acclamano: «L’odio non vince».
LA CRISI DI STRESS POST TRAUMATICO
A metà dello show, fermata la musica, si è avvicinata al microfono e ha voluto ringraziare tutti i presenti per essere con lei ieri sera. Su Instagram invece aveva scritto che “non riesco ad aspettare ancora a darvi tutto il mio amore, siete nel mio cuore in ogni maniera”. Lei stessa ha sofferto di gravi turbe psicologiche dopo la notte del massacro. Si è ritirata a lungo dalle scene a causa di crisi d’ansia e shock da stress post traumatico. “Conosco quelle famiglie e conosco i miei fan e tutti quella sera hanno subito uno shock terribile. E’ difficile parlarne perché così tante persone hanno sofferto una perdita così grave e tremenda, sento che non dovrei neanche parlare di me stessa, visto che loro hanno sofferto di più. Non credo di essere in grado di parlarne senza piangere” aveva detto in una intervista alla rivista Vogue.