Una vera e propria beffa per la famiglia di Arianna Manzo, la cosiddetta bambina di legno, ragazza rimasta tetraplegica, completamente paralizzata, dopo un errore medico a pochi mesi dalla nascita: recentemente le è giunta una cartella esattoriale da ben 81mila euro. Come si legge sul Corriere della Sera, la famiglia della piccola ha ricevuto una richiesta di pagamento di «Imposta principale di registro e accessori», sulla sentenza di primo grado che ha condannato l’ospedale Cardarelli di Napoli. «Ma chi li ha mai visti tutti questi soldi in vita mia?», si domanda Eugenio Manzo, il papà della disabile. Arianna venne colpita a due mesi e mezzo da una bronchiolite acuta, venne ricoverata a Cava de’ Tirreni poi trasferita in ambulanza presso il Cardarelli, smistamento che «avviene a bordo dell’autoambulanza, in braccio alla madre – spiega l’avvocato della famiglia – con il medico collocato nella cabina dell’autista e quindi impossibilitato a monitorare, in tempo reale, le sue condizioni cliniche. In spregio ad ogni linea guida vigente all’epoca, come ora».



La bimba venne quindi ricoverata in terapia intensiva pediatrica, e il giorno dopo, come accusano genitori e avvocato «i medici decidono di usare il “tiopental sodico” che nelle dosi giuste può andare anche bene per indurre un’anestesia, ma non può essere utilizzato per due settimane consecutive in terapia intensiva pediatrica, come spiegano le linee guida fissate già nel 1981, cioè ventisei anni prima, per il documentato tasso di complicanze individuabili nell’incidenza delle sequele neurologiche». Quando la piccola tornò casa aveva ormai problemi enormi con un «danno irreversibile al sistema nervoso centrale». L’ospedale sostiene comunque di aver agito nel giusto, e si è quindi andati a processo, e in primo grado, nel 2019, venne «dichiarata la responsabilità dei sanitari del Cardarelli che ebbero in cura la minore Arianna Manzo in relazione ai postumi dalla stessa riportati, causalmente riconducibili alla condotta dei medesimi, condanna l’Azienda ospedaliera di rilievo nazionale “A. Cardarelli” di Napoli» a pagare un totale di circa 3 milioni di euro, che dovrebbe arrivare in tempi brevissimi.



ARIANNA MANZO, LA BAMBINA DI LEGNO: L’ULTIMA BEFFA DA 81MILA EURO

Peccato però che fino ad oggi la famiglia di Arianna Manzo non abbia mai visto tale cifra, in quanto l’ospedale ha fatto ricorso, chiedendo la sospensione del pagamento. Il 31 luglio dell’anno scorso arriva quindi la sospensione: «Ove si desse luogo alla esecuzione della condanna emessa in primo grado sulla base di un titolo di cui si prospetta la necessità di una meditata verifica in questo grado di giudizio, la parte obbligata si vedrebbe esposta all’evenienza di dover subire un esborso di rilevante entità con il rischio di non poterlo recuperare in caso di esito favorevole del giudizio». Il prossimo 23 novembre, un nuovo appuntamento in tribunale, ma la mamma di Arianna è sfinita: «Se dopo sedici anni dalla nostra sciagura pensano di trovarci come al mercato a parlare di mele e di pere possiamo pure restarcene a casa».

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