DA DOVE NASCE E DI COSA PARLA IL “CASO” ARIANNA MELONI: DAI RETROSCENA ALLE INTERROGAZIONI DI ITALIA VIVA

«Vogliono indagare mia sorella»: le parole di domenica della Premier Giorgia Meloni all’ANSA hanno innalzato il “caso politico” sulla sorella Arianna Meloni (tra i responsabili del partito Fratelli d’Italia, nonché moglie del Ministro Francisco Lollobrigida). Ma come si è arrivati ad un’accusa tale, coinvolgendo a più riprese giornali, Matteo Renzi, Alessandro Sallusti, addirittura l’ex magistrato Palamara?



Il “caso politico” di agosto è stato uno dei temi del vertice ieri nella masseria pugliese tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il leader della Lega Matteo Salvini, ma occorre fare un passo indietro per capire perché Arianna Meloni sarebbe a “rischio indagine”. La premessa da fare è la crescente responsabilità interna in FdI (ora gestisce tra le altre cose l’area del tesseramento) dopo la nascita del Governo per la sorella della Premier: ma a scatenare il tutto sarebbero stati gli articoli comparsi prima di Ferragosto su “Fatto Quotidiano” e “Repubblica” dove si parlava di una presunta partecipazione di Arianna Meloni negli ultimi vertici per le nomine Rai e FS (dove non avrebbe alcun ruolo istituzionale, ndr).



A rimorchio degli articoli emersi, sono scattate le richieste di chiarimento in Parlamento, prima con Raffaella Paita per il caso FS e poi con Maria Elena Boschi, componente della Vigilanza Rai, entrambe appartenenti al partito di Matteo Renzi Italia Viva. In primo luogo era stata la stessa Arianna Meloni a smentire il tutto parlando di «fake news dei quotidiani di sinistra», con notizie «inventate di sana pianta». Non solo, per la sorella di Giorgia Meloni dietro vi sarebbe una sorta di strategia per «infangare e dipendere la sorella del Presidente del Consiglio come traffichina e melmosa». Ancora più duri sono poi stati gli attacchi sui social di alcuni esponenti FdI, che parlano di un complotto della magistratura ordito dal “capobranco” Matteo Renzi.



COSA CENTRA RENZI SUL CASO DI ARIANNA MELONI E QUALI SCENARI SI APRONO ORA DOPO LA REPLICA DELLA STESSA PREMIER

Si arriva così a domenica 18 agosto quando in un editoriale con titolone in prima pagina “Il Giornale” di Alessandro Sallusti denuncia il presunto avviso di garanzia che sarebbe pronto per essere inviato ad Arianna Meloni in questi giorni: «Non c’è giorno che su un gruppo di giornali, noti non solo per il loro orientamento politico ostile al governo ma pure per una eccessiva e sospetta contiguità con le procure». Secondo il direttore del “Giornale”, vi sarebbe un accordo sottobanco piuttosto torbido nel portare la magistratura ad indagare contro Arianna Meloni: «il reato sarebbe l’influenze sulle nomine, reato che ben si presta ad accuse in mancanza di meglio o di prove, stante la sua aleatorietà».

Sallusti cita nomi e cognomi di chi sarebbe coinvolto, tra magistrati e l’eventuale presenza anche del partito di Renzi: citando il “metodo Palamara”, il giornalista accusata l’attivismo di Italia Viva nel rilanciare le notizie false su Arianna Meloni indagata, lasciando così intendere «che vi sia una manovra occulta, campo in cui Renzi eccelle». Era evidente e prevedibile che davanti ad una accusa del genere, l’ex Premier decidesse di rispondere in prima persona e così già nel pomeriggio di domenica arriva il lungo post su X del senatore di Italia Viva che risponde punto su punto alle accuse. «Chiediamo a Giorgia Meloni di prendere le distanze da chi insulta e rispondere in Parlamento nel merito alle nostre interrogazioni. E chiediamo al direttore Sallusti di smentire formalmente che ci sia un ruolo del sottoscritto o di Italia viva in eventuali indagini giudiziarie su Arianna Meloni»: secondo Renzi, in Fratelli d’Italia vedrebbero «fantasmi e complotti» laddove non ve ne sono, il tutto aumentando il senso di tensione interno al Parlamento al momento in pausa estiva.

Secondo Matteo Renzi le interrogazioni parlamentari dei suoi esponenti sono legittimo lavoro di opposizione e per lui un eventuale avviso di garanzia non sarebbe affatto una prova di colpevolezza per Arianna Meloni: «O le sorelle Meloni sanno qualcosa che noi non sappiamo e allora questa uscita serve ad aprire una polemica preventiva che capiremo nei prossimi mesi oppure il Ferragosto pugliese di Giorgia non è andato benissimo», conclude Renzi sui social. È poi in un altro editoriale apparso oggi sul “Giornale” che Sallusti contro replica al senatore di IV, ritirando l’accusa di aver in qualche modo “preparato” le indagini contro Arianna Meloni, ma chiedendo una posizione di garantismo davanti alle falsità emerse sui quotidiani che già in passato hanno attaccato lo stesso Matteo Renzi. Capitolo “finale”, torniamo a bomba con le parole di Meloni all’ANSA che giuncano come «verosimili» le prove mostrate dal “Giornale” sul presunto caso di inchiesta contro la sorella Arianna: «è uno schema visto e rivisto soprattutto contro Silvio Berlusconi: un sistema di potere che usa ogni metodo e ogni sotterfugio pur di sconfiggere un nemico politico che vince nelle urne la competizione democratica». Per la Premier restano quelle contro la sorella, se verificate, delle «mosse squallide e disperate» dettate dal fatto che come Governo «stiamo smontando il sistema di interessi che tiene in ostaggio l’Italia da troppi anni». A corredo di tutto questo enorme caso politico pronto a sgonfiarsi o accendersi in un attimo, il commento forse più azzeccato sul “Arianna Meloni-gate” arriva dall’ex direttore del “Giornale” (avrà inciso ciò? Ah saperlo…, ndr) Augusto Minzolini che coglie l’avvicinamento sempre più spinto tra Forza Italia, Renzi e il centrosinistra: «Al di lá di tutto la polemica con Giorgia Meloni su Arianna ha fornito a Matteo Renzi il passaporto per entrare nel campo largo».