IL DOLORE E L’ODIO SOCIAL SU ARIANNA NANNI, FIGLIA DI ILENIA FABBRI
Oltre al dolore per l’omicidio della madre Ilenia Fabbri per mano del padre, Arianna Nanni ha dovuto sperimentare anche l’odio social sulla sua pelle. Due persone sono finite a processo con l’accusa di averla diffamata, perché dopo il femminicidio (al centro oggi del programma Detectives) si sono lanciate in accuse choc nei confronti della figlia della vittima, che all’epoca dei fatti aveva 21 anni. In uno dei messaggi che finiranno in aula ce n’è uno pubblicato su Facebook in cui si insinua che la ragazza fosse complice del padre, motivo per il quale andava condannata come lui all’ergastolo.
A processo sono finiti un uomo di 49 anni e una donna di 54 anni, che saranno giudicati dai giudici del tribunale di Ravenna. Quando scrissero gli insulti le indagini erano all’inizio, ma era emerso che Arianna Nanni fosse stata usata dal padre, mandante dell’omicidio, e dal sicario. La notte dell’omicidio era a casa della madre con la fidanzata, il padre passo da lì per prelevarla, perché così avrebbe permesso al killer di entrare in casa e uccidere l’ex moglie.
“LA FIGLIA DI ILENIA FABBRI ‘USATA’ DAL PADRE”
Infatti, le indagini appurarono perché la figlia di Ilenia Fabbri doveva lasciare la casa la notte dell’omicidio della madre. Quest’ultima aveva fatto installare nel portone alcuni dispositivi di sicurezza per impedire l’accesso ai malintenzionati, nel timore che le accadesse qualcosa di brutto. C’era solo un modo per disattivare quel sistema: qualcuno doveva lasciare l’abitazione, aprire il portone dall’interno e chiuderlo da fuori. La figlia era inconsapevole di questo particolare, emerso dalle intercettazioni della polizia.
Ma era anche un escamotage utile all’ex marito di Ilenia Fabbri per il suo alibi: doveva portare la figlia Arianna Nanni a Milano per ritirare un’auto per regalo. Il piano, però, saltò a causa della fidanzata, perché fu lei a lanciare l’allarme. Peraltro, la figlia di Ilenia Fabbri all’inizio difese il padre, del resto solo dopo fu incastrato. Rimasta orfana di madre e con un padre che deve scontare l’ergastolo in carcere, può costituirsi parte civile contro gli haters che l’avevano insultata nonostante la tragedia che l’aveva colpita.