Ad Ariano Irpino, comune in provincia di Avellino, l’emergenza Coronavirus ha sollevato una vera e propria rivolta da parte dei medici contro l’Asl e il presidente De Luca. Come riferisce Il Mattino, nelle ultime ore è esploso il malessere dei primari dell’ospedale Frangipane. In un lungo rapporto destinato a far discutere e indirizzato a De Luca, al prefetto di Avellino e alla Deputazione irpina, viene descritto ciò che non va e messo in luce ciò che va fatto con la massima urgenza. Si tratta di una vera e propria rivolta ai vertici dell’Asl. Si legge nel rapporto: “Nei giorni trascorsi abbiamo assistito a situazioni di particolare gravità: notevole carenza di dispositivi di protezione per il personale impegnato nell’ospedale, compresi coloro che operano nelle zone ad alto rischio biologico (aree Covid-19); assenza di percorsi e protocolli diagnostico-terapeutici specifici chiaramente codificati, o al più realizzati in maniera estemporanea”. Tra le tante assenze si evidenzia anche quella di una strategia identificativa di potenziali portatori dell’infezione soprattutto tra gli operatori sanitari ma anche l’assenza di una sanificazione ambientale e disinfezione degli ambienti. Le mancanze sono molteplici e riguardano tutti gli aspetti legati alla sicurezza degli operatori sanitari. Sono sempre più  i membri del personale contagiati dal Coronavirus ed ancora oggi, lamentano, non si è proceduto a sottoporre tutti gli operatori e i pazienti no-Covid19 all’esame del tampone in modo da isolare eventuali portatori del virus.



ARIANO IRPINO, EMERGENZA CORONAVIRUS: RIVOLTA CONTRO VERTICI ASL

I primari dall’ospedale di Ariano Irpino, dai quali parte il report, sono preoccupati oltre che per le tante mancanze evidenziate anche per il modo in cui si sta procedendo alla organizzazione ospedaliera: “non è dato assolutamente sapere quale possa essere l’assetto presente e tantomeno quello futuro dell’Ospedale e al proposito lascia francamente quantomeno sconcertati l’assenza totale del Direttore Sanitario Aziendale (Elvira Bianco, ndr), mai visto al Frangipane, sia prima che durante l’emergenza Covid-19”, si legge. Alla luce di ciò l’ospedale rischia di non poter mai svolgere la funzione di Dea di primo livello. Per questo i medici hanno indicato i possibili punti di intervento tra cui una massiccia “iniezione di dispositivi di protezione individuale onnicomprensivi; immediata assunzione di personale medico nella misura di almeno 30 unità; immediata assunzione di almeno 70 fra infermieri ed Oss”. Ed ancora, “individuare per i presìdi ospedalieri Asl un unico Pronto Soccorso, da prevedere al Frangipane, già in possesso, tra l’altro, della tenda della Protezione Civile, con attivazione, all’esterno del presidio di una strumentazione di Tac mobile, dedicata ai pazienti sospetti Covid-19; individuare nel Frangipane il Centro Covid ad alta intensità di cure da destinare oltre che nei locali della Rianimazione e altri locali destinando a tale struttura le attrezzature ad alta tecnologia, con il risultato di avere una disponibilità complessiva non inferiore a 30-35 posti”. Secondo i medici è necessaria anche una immediata esecuzione dei test per il Coronavirus “soprattutto di quelli a risposta rapida, su tutto il personale operante nel Frangipane e sui ricoverati attuali e futuri; un laboratorio attrezzato e la riattivazione di tutti i reparti”.

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