La storia del piccolo Filippo sarà al centro della settima puntata di “Dottori in corsia – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù”, docu-serie in onda nella seconda serata di Rai3 di oggi, domenica 29 dicembre, condotta da Federica Sciarelli. Quella di Filippo è la storia di un bimbo neonato guarito da una grave aritmia cardiaca. a distanza di 20 giorni dalla nascita, la mamma, Lucia, comprende che in lui c’è qualcosa che non va. Il piccolo, infatti, è sempre stanco e poco appetente e questo suo comportamento mette in allerta i genitori. Da qui la decisione di portarlo presso il pronto soccorso della loro città, a Verona. I medici riscontrano prontamente una forte tachicardia e ritengono necessaria l’adozione di una terapia farmacologica seguita da una defibrillazione. Il piccolo Filippo, tuttavia, non registra alcun segnale di miglioramento neppure nei mesi successivi ed i suoi genitori alla fine decidono di sentire un altro parere medico, portando il figlioletto al Bambino Gesù. E’ il Dottor Fabrizio Drago, responsabile del reparto di Aritmologia della sede di Palidoro a prendere in carico il caso di Filippo, affiancato da una squadra di 19 medici. La strada da percorrere non è semplice ma alla fine il luminare opta per un intervento con uso di energia a radiofrequenza. Dopo vari tentativi l’operazione sembra riuscita ma dopo pochi giorni la situazione precipita ancora a causa di una nuova tachicardia preoccupante.
ARITMIA CARDIACA, LA STORIA DEL PICCOLO FILIPPO E LA GUARIGIONE
Sarà un nuovo intervento, ritenuto dal Dottor Drago una vera e propria novità nella sua carriera a permettere al piccolo Filippo di potersi risvegliare dall’operazione con la risoluzione definitiva delle sue aritmie cardiache. Il piccolo ha trascorso un periodo nel reparto di Terapia Intensiva e poi in reparto ma alla fine ha fatto ritorno nella sua Verona insieme ai genitori. Proprio il Dottor Drago, sul portale dell’Ospedale Bambino Gesù ha voluto illustrare gli ultimi dati sulle aritmie cardiache nei bambini e negli adolescenti in Italia, spiegando tuttavia che “non è possibile avere una stima esatta dell’incidenza nella popolazione pediatrica. Le difficoltà di ottenere dati precisi sul numero dei soggetti colpiti sono legate alla natura di questo disturbo che può essere congenita o acquisita, primaria o secondaria a cardiopatie strutturali”. Quando si parla di aritmie è bene fare una distinzione tra benigne e maligne.
A tal proposito, il luminare spiega: “Tra quelle benigne, ci sono le forme fisiologiche legate all’età, come per esempio l’aritmia sinusale fasica respiratoria, o quelle patologiche ma senza un impatto clinico e terapeutico, come ad esempio la maggior parte delle forme extrasistoliche e dei ritmi alternativi lenti notturni”. Nel caso della tachicardia riscontrata anche nel piccolo Filippo, i sintomi sono caratterizzati da malessere generale, palpitazione, astenia, pallore, sudorazione fredda, dispnea, presincope o sincope. In altre circostanze, la tachiaritmia o la bradiartimia possono portare ad una frequenza cardiaca tale da non far manifestare sintomi immediati e arrivare, dopo un lungo decorso ad un vero e proprio scompenso cardiaco. L’Ospedale Bambino Gesù offre una grande assistenza ai piccoli pazienti colpiti da aritmie.
Intanto, spiega il Dottor Drago, esiste una vera e propria “Unità Pediatrica che si dedica completamente e in maniera multidisciplinare alla diagnosi e al trattamento dei bambini con pre-sincope e sincope e, quindi, alla prevenzione della morte improvvisa cardiaca”. Inoltre, dal 2010 è attivo un Centro di Aritmologia presso la sede di Palidoro dove vengono ricoverati circa 1000 pazienti ogni anno ed eseguiti circa 700 procedure diagnostiche interventistiche invasive. Qui vengono svolte circa 14000 prestazioni di prima valutazione ambulatoriale e follow-up.