Sono molti coloro che sono convinti che Vladimir Putin possa realmente scatenare una guerra nucleare. Dopo le numerose minacce delle ultime settimane da parte dello stesso presidente della Federazione Russa, nonché di vari suoi adepti, a parlarne nelle scorse ore è stato il commander in chief, Joe Biden, l’uomo più potente al mondo. In occasione di un un evento elettorale che si è tenuto nelle scorse ore a New York, ha raccontato: “Per la prima volta dai tempi della crisi dei missili a Cuba c’è la minaccia di un ‘Armageddon’ nucleare. Putin – ha aggiunto, come si legge sul sito de L’Avvenire – non scherza quando parla del possibile uso di armi nucleari, chimiche o biologiche, perché il suo esercito è in difficoltà”.
Le parole del presidente degli Stati Uniti sono state rilasciate in occasione di una raccolta fondi organizzata dal Partito Democratico presso la residenza di James Murdoch, uno dei figli del magnate dei media. “Non ci trovavamo di fronte alla minaccia di un Armageddon nucleare dai tempi di Kennedy – ha continuato Biden, ribadendo i propri timori – e della crisi dei missili a Cuba. È colpa di una persona che io conosco abbastanza bene, il suo nome è Vladimir Putin. Ci ho passato un po’ di tempo assieme”.
JOE BIDEN E L’ARMAGEDDON NUCLEARE: IL COMMENTO DI BLINKEN
Poi ha proseguito: “Stiamo cercando di capire quale possa essere la via d’uscita di Putin. Dove può trovare una via d’uscita?”. Sull’incandescente questione russa è intervenuto anche Antony Blinken, Segretario di Stato americano, che in una conferenza stampa dal Perù ha fatto sapere che gli Usa sono pronti a risolvere il conflitto ucraino attraverso la diplomazia, ma solo quando Mosca dimostrerà di essere “seriamente intenzionata” a percorrere questa strada.
“Il Presidente Putin e la Russia – le parole di Blinken riportate sempre da L’Avvenire – non hanno mostrato alcun interesse per una diplomazia significativa. E a meno che e finché non lo faranno, è molto difficile proseguire. Abbiamo sempre detto, il presidente (ucraino) Zelensky ha sempre detto che alla fine la questione si risolverà con la diplomazia. E se e quando la Russia dimostrerà di essere seriamente intenzionata a impegnarsi in tale diplomazia, noi saremo pronti, saremo lì. Ma ogni segnale in questo momento purtroppo punta nella direzione opposta”.