Lega
divisa al suo interno sul green pass, tra chi sostiene la misura introdotta dal governo Draghi e chi invece continua a criticare con forza, fino a scendere in piazza. Tra questi troviamo Armando Siri, che ai microfoni di Huffington Post ha spiegato: «Fosse stato per me avrei espresso voto contrario sia in Consiglio dei ministri sia in Parlamento. Non si sarebbe aperta la crisi, non ci sarebbero state ripercussioni all’interno della maggioranza, avremmo espresso il nostro parere. Ma il punto vero è che tutta questa storia sta diventando una strumentalizzazione politica. Si pensa che facendo così si porterà Salvini ad andare fuori dal governo ma si sbagliano».
Armando Siri ha sottolineato che il lavoro della Lega in Consiglio dei ministri è stato fondamentale per limitare i danni da una posizione di minoranza, considerando anche i propositi di Roberto Speranza: «Non dimentichiamoci che nel governo queste norme sono volute dal Pd, dal M5s e da Leu. Non certo dalla Lega. Salvini ha sul tavolo una serie di questioni che vanno al di là del Green pass. Ci sono problematiche che lo spingono a restare nel governo per evitare una esondazione di storture».
ARMANDO SIRI: “GREEN PASS UNA GUERRA DI RELIGIONE”
Attraverso il green pass, per Armando Siri si sta celando un obbligo vaccinale senza che ci sia una legge, arrivando a sottrarre dei diritti senza la somministrazione del farmaco anti-Covid. Il suo giudizio è netto: «È diventata una guerra di religione, manca un ancoraggio alla realtà. È come se si fosse in preda a un delirio paranoide. Sembrano tutti impazziti». Armando Siri s’è ovviamente detto contrario all’obbligo di green pass per il personale scolastico, il suo pensiero sull’azione del governo è tranchant: «La nostra Costituzione dice che un trattamento sanitario può essere obbligatorio solo in presenza di una legge. Si insiste con la storia del Green pass vaccinale e non si punta sulle cure e sui test salivari gratuiti perché si vuole spingere gli individui a vaccinarsi a tutti i costi, anche coloro che sono sani. Il vaccino ha un rapporto rischio beneficio che per un 36 enne propende più per il rischio che per il beneficio. Basta osservare ciò che sta succedendo in Israele».