Dopo l’anticipo che l’Espresso e Report ne avevano fatto mesi fa nel pieno dello “scandalo Eolico”, ora l’inchiesta contro Armando Siri si concretizza ma anche in questo caso il senatore della Lega si professa del tutto innocente. Dopo la “bomba” calata sul Governo della seconda indagine contro l’ex Sottosegretario ai Trasporti, l’avvocato difensore di Siri – Fabio Pinelli – fa sapere che «Il mutuo concesso al senatore Siri nell’ottobre 2018 per l’acquisto di un edificio a Bresso è del tutto regolare». Non solo, l’avvocato ricorda come la stesa Banca Agricola di San Marino in una nota pubblicata ieri aveva sottolineato «l’assoluta attenzione ai profili reputazionali, prontamente riscontrando, in questa come in altre occasioni, le richieste dell’autorità, cui resta a disposizione per gli ulteriori chiarimenti che si ritenessero opportuni o necessari». Il difensore di Siri aggiunge poi come «la banca presidia quotidianamente tutte le proprie ragioni di credito e che il mutuo concesso al senatore Siri non ha determinato alcun tipo di danno all’istituto». Nella lunga nota in difesa di Armando Siri, l’avvocato Pinelli spiega come la regolarità del mutuo sarebbe rappresentata «dal diretto interessato già a maggio alla Procura della Repubblica di Roma, consegnando ai magistrati tutta la documentazione in possesso, in totale trasparenza e dimostrando da subito la massima collaborazione con l’autorità giudiziaria». Per tutti questi motivi, rispetto al fascicolo aperto dalla Procura di Milano, il senatore leghista di dichiara «completamente estraneo a qualsivoglia ipotesi di reato e confida in un rapido accertamento dei fatti». (agg. di Niccolò Magnani)
NUOVI GUAI PER IL SENATORE DELLA LEGA
Armando Siri è indagato a Milano per autoriciclaggio nell’inchiesta sulla concessione di due mutui considerati “anomali” dalla Banca Agricola di San Marino. L’ex viceministro, già indagato a Roma per corruzione, è stato iscritto nel registro degli indagati per i due mutui, il primo dei quali usato per l’acquisto di una palazzina a Bresso. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha eseguito perquisizioni in relazione al secondo mutuo presso la Tf Holding srl e presso persone e società, anche a Verona, coinvolte nell’operazione. Ieri pomeriggio i pm hanno poi inoltrato al Senato una richiesta per procedere al sequestro del pc dell’esponente leghista. Si tratta di un computer che, secondo quanto dichiarato a verbale dal campo della sua segreteria Marco Luca Perini, anche lui indagato, sarebbe nella disponibilità di Siri. Come rivelato da L’Espresso, i soldi sono stati concessi a due baristi milanesi, che furono presentati al direttore generale da Perini. Uno dei due locali è stato comprato da una società, la Metropolitan coffee and food srl, che prima di trasferirsi nel paradiso fiscale del Delaware (Usa) era gestita proprio da Armando Siri.
ARMANDO SIRI INDAGATO PER AUTORICICLAGGIO
Fiore Turchiarulo, socio-barista della Tf Holding immobiliare, avrebbe fornito come garanzia oltre alla sua società (circa 80mila euro) il ricavato per l’affitto di un altro locale già sotto ipoteca. Il prestito ottenuto, denunciato dall’Aif (Autorità informazione finanziaria) tra maggio e giugno scorsi, è decennale e sarebbe stato concesso senza le normali garanzie e procedure. La concessione dei soldi non aveva ragioni finanziarie ma era stato deciso dalla banca per avere «scambi e relazioni con il senatore, considerata l’importante posizione di sottosegretario», riporta il Fatto Quotidiano. Gli accertamenti sugli affari di Armando Siri a San Marino erano cominciati dalla segnalazione antiriciclaggio di un notaio milanese, rivelata da Report, che riguardava i 585mila euro usati dal senatore leghista per comprare una palazzina alla periferia di Milano, intestata però a sua figlia. Nelle pratiche ci sarebbero, secondo le autorità di San Mario, delle anomalie: alcuni documenti risultano “alterati”, “cancellati”, “omessi” o addirittura “tenuti nascosti”.