Giorgio Armani, in un lungo dialogo con il quotidiano Avvenire, ha parlato di ciò che per lui, una vera e propria autorità nel campo della moda, significa fare impresa, dirigere delle persone ed avere una mission, un obbiettivo da perseguire nonostante tutto. “Viviamo in una società”, spiega, “nella quale l’imperativo è vincere, nella quale l’unico metro di giudizio per tutti è il successo. La verità dei fatti è che non ci può essere un percorso di impresa senza intoppi”.
“Ogni percorso, di vita come di lavoro”, sottolinea ancora Giorgio Armani, “ha i suoi accidenti e le sue difficoltà ed è solo superandoli che ci si evolve e si cresce veramente”. Dal conto suo, infatti, racconta che “il ruolo di imprenditore impone una serie di limiti e uno di questi è non mostrarsi troppo sentimentali. Negli anni ho imparato a ‘proteggermi’, riservando la parte più personale agli affetti più cari, ai quali avrei potuto dedicare più tempo“. Ma Giorgio Armani non si pente delle sue scelte, perché tutto ciò che ha fatto è stato “seguire la mia visione persone. Fin dall’inizio, quando con Sergio Galeotti ho fondato [l’azienda] e poi quando dieci anni dopo mi sono trovato da solo e ho dovuto inventare il ruolo di stilista-imprenditore. I momenti difficili non sono mancati, ma li ho sempre superati”.
Giorgio Armani: “Per l’imprenditore le persone devono essere al centro”
Entrando nel vivo del suo ragionamento, Giorgio Armani passa a parlare di ciò che per lui, effettivamente, significa fare impresa. “Si basa sull’impegno e sull’etica del lavoro”, spiega ad Avvenire, “ogni scelta è il frutto di un’attenta valutazione nella quale coinvolgo i miei collaboratori più stretti. Nulla viene lasciato al caso e ogni sfida è attentamente ponderata. Lavorare bene, per me, vuol dire lavorare con coscienza”.
Tuttavia, c’è una cosa che Giorgio Armani ci tiene a sottolineare, ovvero che “il vero capitale della nostra industria sono le persone che ne fanno parte. Per questa ragione, uno degli aspetti più complessi, ma anche più affascinanti e umanamente coinvolgenti, è garantire il giusto ambiente e avere la giusta intesa con i collaboratori”. Pensa, infatti, che “lo scambio di energie umane rende ogni azienda speciale e irripetibili“. In chiusura, sintetizzando, Giorgio Armani spiega che “un imprenditore deve essere decisionista, un leader forte che non perde di vista il benessere dei propri dipendenti; deve saper ascoltare tutti ma poi prendere le decisioni in modo autonomo; deve essere al passo con i tempi, ma ha il dovere di criticarli quando non gli piacciono. Mandare avanti un’azienda richiede saggezza, coraggio e visione“.