Alla fine Giorgio Armani ha rotto il silenzio ed ha confermato di essere stato in ospedale a seguito di una dolorosa caduta. Dopo che si sono rincorse le voci circa un possibile ricovero dello stilista numero uno al mondo, l’86enne piacentino ha parlato così al termine dello show a palazzo Orsini, in via Borgonuovo a Milano, dove ha sede la storica maison: «Circolano le voci – ha spiegato, parole riportate da Il Corriere della Sera – che sono stato ricoverato in ospedale. Ebbene, sì è vero e per 15 giorni. Più quelli fatti a casa. Perché ho avuto un incidente e sono stato operato». Quindi nel dettaglio ha spiegato cosa è successo: «Quando hanno aperto i cinema (una delle grandi passione dello stilista ndr) ho detto finalmente vado a vedere un film. Ma uscendo incontro sulla scala due buzzurri, uno voleva farsi notare e l’altro vendermi dei libri. Erano seduti, io sono passato non ho trovato il gradino e sono caduto di faccia. E ho ottenuto questo risultato».



Il risultato è stata una brutta frattura alla spalla sinistra, con tanto di lunga cicatrice sino all’avambraccio, fortunatamente in fase di guarigione: «Mi sono rotto l’omero in più punti – ha proseguito Armani – e me ne hanno dovuto dare diciassette per ricucire tutto. Però volevo esserci per questa sfilata e anche per quella prossima a Parigi, e quindi avete notato qualche piccola incertezza nel mio deambulare ecco spiegato il motivo. Era solo quello».

GIORGIO ARMANI, LO SHOW NELLA SEDE E L’USCITA CON LO STORICO ASSISTENTE

In realtà, come sottolinea anche il quotidiano di via Solferino, la sua uscita da dietro le quinte dopo lo show è stata perfetta, e assieme a lui vi era Leo dell’Orco, storico assistente da quasi 50 anni: «Era giusto uscire con Leo – ha commentato Armani – che da cosi tanti anni mi aiuta sulle collezioni maschili, è il mio collaboratore ed è molto bravo così come mia nipote Silvana sulla donna. Ecco, sto preparando il mio futuro con le persone che ho in carico adesso».

Armani ha descritto la sua nuova collezione autunno-inverno 2021 come un «ritorno alle origini», con la giacca che è tornata al centro dell’universo maschile, fra completi eleganti e sportivi: «Sull’uomo bisogna inventare ma non divertirsi – ha concluso – mi vergogno di far parte di questo gregge che trovo supponente. Senza voler fare polemiche. Io non sono come gli altri sono io».