Con un comunicato stampa recentemente diffuso, il Coordinamento delle organizzazione ed associazioni degli armeni in Italia ha espresso una ferma condanna alla decisione dell’azienda per la difesa e la sicurezza Leonardo di firmare un contratto di vendita con l’Azerbaigian. Il fulcro dell’accordo riguarderebbe la fornitura di almeno due aerei per il trasporto militare del modello C-27J Spartan che finiranno in dotazione all’esercito azero.



“Tale fornitura”, scrivono le associazioni per gli armeni in Italia, “si aggiunge a quelle precedenti nel solco di sempre più stringenti contatti, anche nel campo della Difesa, tra l’Italia e l’Azerbaigian“. Tale circostanza desterebbe “estrema preoccupazione” all’interno del Coordinamento, “non solo [per] il rafforzamento dell’arsenale bellico azero con crescenti forniture e addestramenti anche dallo Stato italiano”, ma anche, e “soprattutto, [per] l’assoluta assenza di Roma“. Gli armeni, infatti, constatano come non solo l’opinione sul regime azero si sia appiattita a suo favore, ma anche la “mancata partecipazione ai recenti vertici organizzati sul tema dall’Unione Europea”.



Armeni in Italia: “Roma modifichi la sua posizione sull’Azerbaigian”

Nel comunicato le associazioni di armeni in Italia ci tengono a sottolineare come la fornitura di armi e assistenza ad un paese in guerra, l’Azerbaigian, viola la legge 185/1990. Circostanza aggravata dal fatto che “nell’attuale prima forza politica di governo è presente una qualificata lobby filo azera (parlamentari e ministri)” che rende la politica estera in merito al regime “caratterizzata da debolezza, paura e incapacità di assumere un ruolo che non sia quello di mero esecutore”.



Inoltre, gli armeni in Italia lamentano il fatto che Roma “non ha speso una sola parola di solidarietà o comunque di attenzione verso la popolazione armena del Nagorno Karabakh (Artsakh)” isolata a causa del blocco che il regime azero ha imposto “lungo il corridoio di Lachin“. La conclusione generale del comunicato è chiara “come cittadini italiani di origini armena siamo sconcertati di fronte alla politica italiana” in merito ai rapporti con quello che definiscono un “autocrate guerrafondaio” con il sospetto che siano mossi “solo da tornaconti economici”. I cittadini armeni in Italia chiudono sottolineando che “l’Italia [ha] fatto una scelta di campo, schierandosi dalla parte di una pericolosa dittatura”, ma con l’auspicio che “il governo italiano voglia modificare la propria posizione”.