IL GOVERNO DI ARMENIA HA APPROVATO LA LEGGE PER L’ITER DI ADESIONE ALL’EUROPA: COSA PREVEDE E QUALE SCENARIO SI APRE
Avviare un lungo ma importante iter di adesione all’Unione Europea e nel contempo valutare le reazioni di Russia e Azerbaigian in uno scenario geopolitico tutt’altro che semplice con due guerre nell’area ad est dell’Europa (quella in Ucraina e quella più “silenziosa” nel Nagorno-Karabakh): il 2025 che si para davanti all’Armenia è tutto il contrario di un quadro semplice e lineare, con ancora molti punti incerti da dirimere nel percorso che potrebbe portare lo Stato profondamente cattolico ad un futuro ingresso in Europa.
Il primo step è stato raggiunto il 9 gennaio con l’approvazione della proposta di legge sull’adesione dell’Armenia all’UE: la normativa presentata in Parlamento ad Erevan ha visto il Premier Nikol Pashinyan spendersi in prima persona in quello che appare per molti un azzardo visto gli storici rapporti strettissimi tra l’Armenia e la Russia, in parte però peggiorati dopo che il piccolo Paese ex URSS contesta a Mosca di non averli difesi nel sempiterno scontro con il nemico azero. «Non sarà un processo di adesione rapido», ha il Premier confermando il via libera alla proposta presentata dal Ministro degli Esteri Ararat Mirzoyan, il quale ha aggiunto che negli ultimi anni si sono sviluppate relazioni molto dinamiche con Bruxelles tanto che si è giunti al sostegno politico in diverse interlocuzioni negli ultimi anni. «L’UE ha espresso la propria disponibilità a sostenere il rafforzamento della sostenibilità economica dell’Armenia», ha sottolineato ancora il Ministro armeno chiedendo che l’intero Governo appoggiasse il disegno di legge che potrebbe portare anche ad un quasi inevitabile referendum popolare.
LA REAZIONE DI MOSCA ALL’ARMENA IN UE E IL NODO DELLA GUERRA IN NAGORNO KARABAKH
Immediata la replica in arrivo dalla Russia con il portavoce del Presidente Vladimir Putin: Peskov dal Cremlino spiega ai giornalisti che chiedevano conto delle possibili conseguenze dell’Armenia in UE, «è un diritto sovrano dell’Armenia», ma al contempo rileva come l’intenzione di aderire all’Unione Europa sancirebbe l’immediata uscita dall’Unione Economica Euroasiatica (UEEA). Il blocco di influenza della Russia che raggruppa ben 5 Stati ex URSS (oltre all’Armenia e a Mosca, anche la Bielorussia, il Kazakistan e il Kirghizistan) non gradirebbe di certo l’uscita di uno dei membri storici, specie perché aumenterebbe il grado di sfida a distanza con l’Europa in gran parte schierata con l’Ucraina nella guerra per il controllo del Donbass inaugurata dall’invasione russa ormai quasi tre anni fa.
La Russia intende capire quale sia la posizione specifica dell’UE in merito alla possibilità che l’Armenia possa entrarvi, nonostante le tempistiche siano molto lunghe come spiegato dallo stesso Premier Pashinyan: «è semplicemente impossibile essere ipoteticamente membri sia dell’Ue sia dell’UEEA», ha chiarito ancora Peskov alla TASS. Nei rapporti tutt’altro che semplici e lineari nella recente storia dell’Armenia rispetto all’Unione Europea, la spinta di Erevan ad allontanarsi da Mosca potrebbe appunto seguire le evoluzioni della guerra locale nel Nagorno-Karabakh, dove il popolo armeno si è sentito come tradito nel non ricevere solida alleanza dal Cremlino contro l’Azerbaigian, Stato che tra l’altro rappresenta ad oggi uno dei fornitori più ampi di gas in UE dopo lo stop per la guerra Ucraina-Russia. Secondo il Presidente azero Aliyev l’Armenia è una minaccia «fascista» dello Stato e deve essere annientata e distrutta, non esattamente il preludio ad una pacifica conclusione della guerra “sospesa” per il controllo del Nagorno. L’impressione che è il destino di quell’area, così come l’opzione di un’Armenia che entra ufficialmente nell’UE come altri Stati ex URSS hanno fatto negli ultimi decenni (il blocco Baltico per esempio, così come la Romania e, forse prossimamente, anche la Moldavia), potrebbe essere legato a doppio filo a quanto avverrà nella non lontana Ucraina con il progetto di un negoziato “imminente” aperto nelle ultime ore tanto da Trump quanto da Putin.