Pacifista in Italia, non in Europa. Il Partito democratico è tante cose, anche opposte tra loro. Lo dimostra quanto accaduto a Strasburgo, dove gli eurodeputati del Pd hanno votato a favore dell’uso del Pnrr per le armi all’Ucraina, mentre al governo i dem chiesero il contrario. Il Parlamento europeo ieri ha dato il via libero al piano Asap (Act to Support Ammunition Production) da 500 milioni di euro. Si tratta di una serie di misure che consentono all’Ue di incrementare la capacità produttiva di armi e al tempo stesso di dare all’Ucraina missili e munizioni. Il voto dei Socialisti e Democratici, di cui fa parte il Pd, è stato a favore. E questa non è una sorpresa.
Quel che non si capisce è il motivo per il quale il partito di Elly Schlein abbia votato a favore, se in Italia ha recentemente promosso e votato una mozione che impegna il governo Meloni a non usare il Pnrr per armi e munizioni. Stando a quanto riportato da Libero, potrebbe esserci una strategia dietro: il voto in Europa non conta per l’Italia, alla luce di quanto avvenuto nel nostro Paese, ma così non si fa alcuna brutta figura con l’Ue. Il quotidiano cita, peraltro, anche due eurodeputati che non si sono piegati al piano Schlein: si tratta di Pietro Bartolo e Massimiliano Smeriglio.
ARMI ALL’UCRAINA, PD CONFERMA DI ESSERE SPACCATO
Massimiliano Smeriglio afferma di aver votato no “perché continuo a pensare che sia sbagliato investire solo in armi e arsenali lasciati nelle mani dei singoli Stati nazionali senza far fare un passo in avanti alla difesa comune europea”. Inoltre, ha insistito sul concetto che queste armi, se costruite con i soldi del Pnrr, tolgono risorse a servizi e opere pubbliche. Questa vicenda, comunque, ribadisce come il Pd sia sempre più spaccato e confuso in vista delle prossime elezioni europee, anche all’interno della stessa delegazione europarlamentare.
Il mese scorso, ad esempio, il Pd si era diviso in tre anche su una risoluzione che riguardava l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Oltre ai due eurodeputati del Pd, hanno votato contro il piano Asap gran parte della delegazione M5s e due Verdi, Rosa D’Amato e Piernicola Pedicini. Invece, Fabio Massimo Castaldo (M5s) ha optato per l’astensione, come l’ex grillino Dino Giarrusso e Ignazio Corrao, ora nei Verdi. Il voto di ieri è peraltro storico perché l’Ue per la prima volta sovvenzionerà direttamente la produzione militare.