Prosegue senza sosta il dibattito sull’invio delle armi all’Ucraina da parte del governo italiano. Il M5s è in pressing per rivedere l’azione dell’esecutivo, Giuseppe Conte ha messo nel mirino Mario Draghi. Il giurista ha invocato il passaggio in Parlamento del premier prima dell’incontro con Joe Biden per discutere la misura, ma senza successo: Palazzo Chigi ha già reso noto che non ci saranno occasioni di confronto, se non il question time già in calendario per il 19 maggio.



Conte, insieme a gran parte del M5s, è contrario all’invio di armi all’Ucraina e non si placano le polemiche. I pentastellati stanno attaccando senza mezzi termini l’operato di Draghi, ma c’è anche chi ricorda un altro aspetto della vicenda. Il Movimento, infatti, ha dato il suo sì alla risoluzione del 1° marzo che impegna l’esecutivo a sostenere la resistenza ucraina anche tramite l’invio di materiale militare…



“Armi all’Ucraina, Conte protesta ma M5s a votato a favore”

Diversi esponenti della maggioranza hanno biasimato la posizione di Giuseppe Conte e del M5s sull’invio di armi all’Ucraina. Italia Viva non ha utilizzato mezzi termini e oggi, su Twitter, Michele Anzaldi ha evidenziato: “Quando il Parlamento ha votato sulle armi all’Ucraina, i 5 stelle hanno votato sì senza dire nulla. Lo ha ricordato con chiarezza un giornalista autorevole come Bechis a La7. Ora, pur di fare polemica e attaccare Draghi, Conte si inventa richieste pretestuose e senza fondamento”.



Il riferimento di Anzaldi è all’intervento odierno del giornalista ai microfoni di Omnibus: “Il provvedimento che autorizzava ad inviare le armi è andato in Parlamento ed è passato sostanzialmente nella non curanza dei parlamentari”. Bechis ha rimarcato inoltre: “Sono stati tutti assenti, si svegliano quando ormai le cose sono già decise. Le hanno votato pure […] È stato un lento scivolare nell’assoluto disinteresse di chi poi si lamenta”.