Secondo alcune indiscrezioni lanciate da diversi quotidiani statunitensi Biden avrebbe approvato la nuova strategia segreta sulle armi nucleari, quasi interamente concentrata attorno alla minaccia della Cina: sia la Casa Bianca che diversi funzionari di alto livello – interpellati dai media USA – avrebbero confermato l’esistenza del piano, definendolo “classificato” più che “segreto”, ma senza lasciar trapelare alcuna informazione sul contenuto delle carte; sottolineando che non esiste alcuna copia digitale del documento in possesso ai soli funzionari della Sicurezza nazionale del Pentagono.
In altre parole, non è chiaro cosa possa contenere il piano segreto sulle armi nucleari approvato da Biden, mentre a tirare il ballo la Cina e il suo arsenale atomico è stato Vipin Narang (l’ex assistente segretario alla Difesa) all’inizio di questo mese, sottolineando che le “linee guida” sono state aggiornate “per tenere conto dei molteplici avversari (..) e, in particolare, del significativo aumento delle dimensioni e della diversità dell’arsenale nucleare della Repubblica Popolare Cinese“.
Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Sean Savett – sempre interpellato dai media – ha preferito invece mantenere una posizione più neutrale e generica, precisando che l’aggiornamento al piano è un passaggio fondamentale che viene fatto da tutti i presidenti ogni quattro anni e che – nel caso di quello approvato da Biden – “il testo (..) non è una risposta a nessuna singola entità, paese o minaccia”.
La armi nucleari tra USA, Cina, Russia e Corea del Nord: cosa prevede il nuovo piano approvato da Biden
Insomma, impossibile definire cosa contenga veramente il piano sulle armi nucleari approvato da Biden, trattandosi – quasi ovviamente – di uno dei testi più secretati e di difficile circolazione dell’amministrazione statunitense; specialmente in un periodo storico in cui gli avversari stanno aumentando quasi a dismisura i loro arsenali, con la Russia che da tempo è tornata a minacciare attacchi nucleari in Ucraina, la Cina che mantiene un totale riserbo sulla questione pur continuando ad espandere la sua potenza e la sempre dubbia ed incerta posizione della Corea del Nord.
L’idea che il piano approvato da Biden si concentri sulla deterrenza delle armi nucleari cinesi è legata – più che altro – ad un recente rapporto dell’Arms Control Association che citando l’intelligence USA ritiene che il dragone possieda qualcosa come cinquecento testate e la capacità e volontà di portarle a mille entro il 2030; mentre la Russia – spiega lo stesso rapporto – ne avrebbe circa 4mila e il prossimo 2026 vedrà scadere l’accordo New Start stipulato con gli States per il controllo sugli armamenti nucleari.